“Sistema Rende”, ritrovato il supporto informatico: le intercettazioni ci sono
Le intercettazioni riguardano la raccolta di voti che il clan "Lanzino" di Cosenza avrebbe fatto per gli imputati del "Sistema Rende".
Doveva essere il giorno dell’escussione del pentito Giuseppe Zaffonte, ma l’esame è stato rinviato al prossimo 22 ottobre. La novità, comunque, è arrivata in apertura d’udienza quando il pubblico ministero, Pierpaolo Bruni, attuale procuratore capo di Paola, ha annunciato di aver ricevuto una missiva da parte della procura di Catanzaro, con la quale si comunicava il ritrovamento dei supporti informatici relativi all’inchiesta “Sistema Rende”. Sono intercettazioni che riguardano competizioni elettorali che avrebbero interessato in prima persona uno dei presunti esponenti della cosca “Lanzino” di Cosenza, Michele Di Puppo, condannato in primo grado. (LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA DI PRIMO GRADO)
Nelle conversazioni captate dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza si faceva riferimento alla campagna elettorale che lo stesso Di Puppo, che spesso utilizzava il “noi” per interloquire con persone vicine a Sandro Principe e a Umberto Bernaudo, entrambi ex sindaci di Rende, seguiva in prima persona, chiedendo in alcune circostanze la presenza «dell’onorevole» così avrebbero fatto una «botta» in termini di prestigio e presenza. In un altro caso, invece, sempre Di Puppo parlava con un’altra persona vicina ai politici rendesi per discutere delle Provinciali del 2009. «Mandami qualche volantino era candidato contro provinciale 2009 che sennò mi fanno qualche bordello, perché mi stanno facendo alcuni favori» era il tono delle risposte del presunto elemento della cosca degli italiani. Infine, i carabinieri avevano intercettato anche l’attimo in cui l’imputato parlava con un ragazzo di Castiglione Cosentino, al quale chiedeva di votare per Bernaudo, visto che aveva a disposizione «un bel pacchetto di voti».
Rinvenuto il supporto informatico, che come si vede dal tenore delle intercettazioni è importante ai fini della decisione finale, toccherà ora al perito nominato dal tribunale collegiale di Cosenza trascrivere queste dichiarazioni, mettendole a disposizione dell’accusa e della difesa. Ricordiamo, ad onor di cronaca, che nella scorsa seduta, i giudici (Antico presidente; Granata e Vigna a latere) avevano rigettato la richiesta della pubblica accusa di acquisire le intercettazioni contenute nell’ordinanza di custodia cautelare, nonostante vi fossero (e vi sono) due sentenze molto chiare della Suprema Corte di Cassazione, secondo cui sono utilizzabili le intercettazioni telefoniche acquisite nel corso delle indagini preliminari (con tutte le cautele che il giudice deve prendere), ancor più se il supporto magnetico viene smarrito, come nel caso di specie. Ciò infatti non comporta alcuna inutilizzabilità se viene rispettata la formalità della registrazione voluta dalla legge.