Ragazzini sequestrati da San Lucido a Cosenza, la vittima: «Picchiato da uno degli imputati»
La persona offesa nel 2020 fu picchiata, secondo la sua ricostruzione, da Daniele Bevilacqua lungo il tragitto dalla costa tirrenica cosentina alla città dei bruzi. I suoi figli invece erano in un bar con l'altra imputata
Il processo sul presunto sequestro di persona a scopo di estorsione dei due figli (9 e 16 anni) di un imprenditore di Sellia Marina è ripreso nella mattinata del 4 marzo 2022 davanti alla Corte d’Assise di Cosenza, dove il collegio giudicante (presidente Paola Lucente; giudice a latere Francesca De Vuono) ha sentito la persona offesa, escussa in prima battuta dal pubblico ministero antimafia di Catanzaro, Corrado Cubbellotti, e poi dalle difese.
Ragazzini sequestrati da San Lucido a Cosenza, la trappola ordita dai tre imputati
A giudizio ci sono Laura Spampinato, Daniele Bevilacqua e Francesco Bevilacqua, accusati in concorso di sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni personali ai danni dell’uomo. Secondo la ricostruzione fatta nel 2020 dagli investigatori della Questura di Cosenza, la vittima il 14 settembre si recò a San Lucido perché avrebbe dovuto incontrare una signora interessata all’acquisto di alcune poltrone, ma all’arrivo scoprì di essere stato attirato in una trappola. Nella località tirrenica infatti c’erano ad attenderlo i due Bevilacqua e Spampinato.
Ragazzini sequestrati, cosa successe nel tragitto da San Lucido a Cosenza
I tre imputati lamentavano il fatto che l’imprenditore catanzarese avesse incassato delle somme di denaro senza consegnare la cucina acquistata dai Bevilacqua. Una caparra da 1.400 euro. Insieme alla vittima c’erano anche i suoi figli. Durante la lite, quindi, salì nella sua auto, sedendosi nei sedili posteriori, mentre Daniele Bevilacqua lo picchiava e minacciava per la truffa perpetrata nei suoi riguardi. Alla guida della macchina, che viaggiava in direzione Cosenza, c’era Francesco Bevilacqua.
Nell’altro veicolo, invece, si trovavano Laura Spampinato con i figli della vittima. Giunti a Cosenza, i due avevano lasciato la persona offesa che telefonò poco dopo ai figli, i quali erano in un bar cittadino con il cellulare a loro disposizione. Dettagli emersi durante la testimonianza resa in dibattimento dall’uomo. «Durante il tragitto solo Daniele mi ha picchiato» ha detto in aula. I sanitari del pronto soccorso di Cosenza avevano giudicato guaribili le contusioni riportate in cinque giorni.
I guai giudiziari della persona offesa
Nel corso dell’interrogatorio svolto dalle difese – rappresentate dagli avvocati Rossana Cribari, Antonio Quintieri e Giuseppe Malvasi – è emerso anche che la persona offesa era stata denunciata da altri soggetti ai quali avrebbe venduto mobili, incassando i soldi, ma senza consegnarli, come nel caso dei Bevilacqua. Inoltre, l’uomo di Sellia Marina fu coinvolto nel 2006 in un’operazione della Dda di Catanzaro contro una presunta associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione. In tal senso, la Corte d’Assise di Cosenza ha accolto la richiesta dell’avvocato Antonio Quintieri di acquisire il suo casellario giudiziale.
Ragazzini sequestrati da San Lucido a Cosenza, l’incontro in via degli Stadi
Infine, il pm Cubbellotti ha sentito un operante della Squadra Volante di Cosenza che, insieme ad altri colleghi, fermò i due Bevilacqua nei pressi di via degli Stadi a Cosenza. L’agente della Questura ha spiegato che erano sulle tracce degli imputati, ma in realtà i due uomini e la donna erano approdati in zona spontaneamente, senza opporre alcuna resistenza, essendo all’oscuro di quale fosse il loro destino giudiziario che da lì a poco li avrebbe visti tutti in carcere. Nella prossima udienza saranno sentiti i testi della difesa.
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