giovedì,Marzo 28 2024

Strage di via Popilia, la difesa potrà esaminare i reperti balistici: c’è il sì della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro

Il presidente Capitò, nonostante il parere contrario della procura generale di Catanzaro, ha autorizzato i consulenti difensivi. Si valuteranno i proiettili e il castello della pistola

Strage di via Popilia, la difesa potrà esaminare i reperti balistici: c’è il sì della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro

La Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro ha dato il via libera alle difese di esaminare i reperti balistici contenuti nel processo sulla strage di via Popilia, avvenuta ad inizio del nuovo secolo, nel quartiere popolare di via Popilia, nel corso della quale vennero uccisi Benito Aldo Chiodo e Francesco Tucci. Gruppo di fuoco organizzato e diretto dal collaboratore di giustizia, Francesco Bevilacqua, meglio conosciuto come “Franchino ‘i Mafarda“.

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Il presidente Caterina Capitò ha autorizzato gli avvocati Maria Rosa Bugliari, Francesco Tomeo e Francesco Boccia (difensori rispettivamente di Celestino Bevilacqua e Fiore Abbruzzese detto “Nino”) a valutare, insieme ai consulenti di parte, Sandro e Gianluca Lopez, i bossoli ritrovati sull’asfalto e quelli estratti dai corpi, e il castello della pistola (fatta ritrovare dal pentito il 2 marzo del 2001) la quale, secondo la Dda di Catanzaro, avrebbe cagionato la morte delle due vittime. Il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Salvatore Di Maio, aveva chiesto di rigettare l’istanza, ma il collegio giudicante ha ritenuto valida la richiesta degli avvocati.

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