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Il dibattito che ha portato il Comune di Cosenza ad approvare la delibera che prevede l’impegno del Consiglio «affinché nello Statuto venga introdotto il riferimento al principio della “Ius Soli”» è stato prettamente di natura politica. Il testo presentato da Chiara Penna, Francesco Turco e Francesco Alimena è stato con forza contestato da Fratelli d’Italia, che ha tuttavia partecipato al dibattito in aula salvo uscire al momento del voto dopo che la maggioranza non ha preso in considerazione gli undici emendamenti presentati. Non è passata inosservata, tanto da essere evidenziata dal sindaco Caruso, l’assenza degli altri gruppi di minoranza.
La posizione di Fratelli d’Italia
Il primo a parlare è stato Giuseppe D’Ippolito che, a nome del partito di Giorgia Meloni, ha presentato undici emendamenti di natura altrettanto politica come del resto era il testo della mozione stessa. Tra i vari impegni richiesti al primo cittadino e alla Giunta, c’erano quelli per l’inserimento degli articoli per delle politiche di sostegno e adesione alla nazione e allo Stato; per dei corsi di lingua e conoscenza delle tradizione per un corretto inserimento degli stranieri nella società; per un apposito regolamento per l’ottenimento della cittadinanza italiana valido per tutti.
«L’ordine del giorno è copiato da Bologna, tout court meno un paio di punti che fanno riferimento al numero di cittadini stranieri che sono residenti di Cosenza e a ciò che dice lo Statuto comunale di Palazzo dei Bruzi – ha aggiunto -. L’articolo 19 prevede già la possibilità di concedere cittadinanza onoraria a margine della stesura di un regolamento comune. Oggi abbiamo creato degli ostacoli cercando di farvi riflettere su una scorrettezza istituzionale».
Il capogruppo di FdI Francesco Spadafora ha evidenziato come «la cittadinanza onoraria conferita dagli enti locali, non ha valenza». «Sebbene Palazzo dei Bruzi voglia conferirla – ha detto – resteranno cittadini dei loro paese e dovranno e continuare a seguire l’iter tradizionale. Questa giornata illude, pertanto, centinaia di famiglie di poter ottenere la cittadinanza italiana».
«E’assolutamente illegittimo che Cosenza aggiri la competenza in materia e introduca il principio dello Ius Soli – ha detto Ivana Lucanto -. Non esiste che in alcuni territori si forzi lo statuto con un atto demagogico. Qui non si tratta di effettuare scelte di buon senso: questo Consiglio non è sede legislativa nazionale».
Graziadio: «Lo Ius Sanguinis è un orrore»
«La cultura italiana cosa è?» si è chiesto Francesco Graziadio (Pd) nel suo intervento che ha strappato gli applausi della maggioranza e gli sguardi perplessi di FdI. «E’ la sintesi di contributi da uomini e donne che da tutto il mondo hanno lasciato qualcosa su questo territorio. Immaginate il mio dover spiegare le Crociate nelle mie classi dove il 40% degli alunni sono arabi. L’attuale situazione è figlia di un colonialismo europeo che ha saccheggiato altri continenti. L’attuale Ius Sangiunis è un orrore, io rabbrividisco sentendo parlare di integrazione. L’inclusione è il termine corretto da utilizzare. Consentiamo la circolazione delle merci e del denaro e non lo facciamo con le persone? Di questo la storia ci chiederà conto».
Il capogruppo del Partito Democratico, Francesco Alimena, riprende quanto detto dal collega democrat. «Pensavo di fare un intervento di estrema sinistra, ma dopo Graziadio è difficile. Fa parte della cultura della nostra storia garantire ospitalità agli stranieri. Dite – dice rivolgendosi all’opposizione – che la natalità è bassa, ma non è vero perché sono centinaia di migliaia i bambini che non hanno cittadinanza e nascono in Italia. Sono dinamiche che ti segnano dall’inizio. Questa mozione fa parte delle nostre linee programmatiche, è l’avvio dell’iter. I vostri emendamenti sono totalmente irricevibili».
Aldo Trecroci (Pd) spiega come si sia accolta «una mozione di natura politica relativa ad una proposta di legge che è in Parlamento. Lo Ius Soli, o forse meglio dire lo Ius Culturae, è ben articolato e concepito in modo da affidare alla scuola un ruolo centrale di inclusione». Alessandra Bresciani (Pd) non ha dubbi. «Ciò che possiamo fare come amministrazione comunale è un mero atto simbolico, ma proprio queste azioni sono le più vigorose perché cariche dell’entusiasmo di chi le compie. Il messaggio che parte da Cosenza è forte e chiaro. Chi è stato tra i banchi di scuola con noi, è uno di noi».
Antonietta Cozza (Franz Caruso Sindaco) rivendica coerenza «con le posizioni progressiste dell’amministrazione comunale. Ad un milione e mezzo di ragazzi è negata la cittadinanza nonostante siano nati in Italia, vivano qui e tifino per le nostre squadre di calcio. Il riconoscimento dei diritto è alla base della lotta al fondamentalismo, affermare il contrario alimenta un razzismo di fondo. Non inseguiamo Orban, evitiamo di affrontare le crociate dei sovranisti che mischiano Ius Soli e immigrazione. Sfregiano il principio dell’uguaglianza. Non è il momento di parlarne? E’ il solito ritornello, parliamo di diritti ed è sempre il momento».
Bianca Rende cita Papa Francesco
Bianca Rende ha votato a favore della mozione. «Non sono d’accordo con la collega Chiara Penna – ha spiegato con ironia – quando dice a FdI e a Lega: “tanto rumore per nulla”. Ne è valsa invece la pena sollevare la questione affinché emergesse nel Consiglio il tratto politico e umano di ognuno di noi. Chi si chiede se dare o meno diritto ai giovani minori, manca dalle scuole da almeno 20 anni. E’ una situazione di fatto, della quale è ipocrita non prendere consapevolezza. E’ una situazione che ci arricchisce, tanto che il 9% del PIL è merito loro (circa 134 miliardi, ndr). Pensate cosa significherebbe per Cosenza attrarre nuovi residenti».
«L’importanza di mozioni e modifiche del genere servono a dire da che parte stiamo. Cosenza – ha sentenziato – ha bisogno di tutti, di aumentare la propria popolazione e di usare ogni strumento a disposizione. Il primo quello dell’incontro, che ha sempre caratterizzato la città di Telesio. Noi siamo sempre per l’accoglienza. In questa campagna elettorale noi staremo dalla parte degli ultimi, di chi ha un colore della pelle diversa, ma diritti identici ai nostri».
Bianca Rende ha chiuso il suo intervento citando il Pontefice. «La caduta del governo mi ha deluso, ma oltre a Mattarella c’è un altro grande leader: Papa Francesco. Nel 2017 richiamò l’attenzione di tutti rivendicando l’esistenza della Convenzione dei diritti del fanciullo. Ricordo ancora le sue parole: “Ci vuole un cambio culturale favorendo gli incontri, favorendo le pratiche di integrazione e preparando le comunità locali ad essa. Per farlo è necessario il contributo della società politica ognuno per il proprio ruolo”. Quindi gli enti locali a mio avviso hanno, eccome, voce in capitolo».