venerdì,Marzo 29 2024

Crisi Amaco, la Cgil: «Altro che ingenerosi, avevamo ragione noi»  

Il segretario generale Calabrone replica al sindaco Caruso e attende segnali "di discontinuità col passato" da parte dell'amministrazione comunale

Crisi Amaco, la Cgil: «Altro che ingenerosi, avevamo ragione noi»  

Prosegue il botta e risposta tra i sindacati e il primo cittadino di Cosenza, Franz Caruso, in merito alla crisi dell’Amaco. Caruso, infatti, aveva bollato come «ingenerose»  le riflessioni delle organizzazioni sindacali che, a suo dire, negli anni passati, sono rimaste «nelle retrovie» rispetto alle storiche problematiche dell’azienza municipale dei trasporti, ma a stretto giro di posta arriva la replica del segretario generale della Cgil cosentina, Umberto Calabrone. «Sarebbe sufficiente leggere i verbali delle commissioni nelle quali si è discusso della suddetta questione per rilevare, anche in maniera lampante, chi è stato nelle retrovie, chi si è sempre appiattito sulle posizioni aziendali e chi le ha contrastate» spiega il sindacalista, rivendicando come la sua organizzazione sia stata quella che, più di tutti, «ha sollecitato i tavoli di discussione ed i confronti», esprimendo sempre «perplessità in merito alle rassicurazioni che l’amministratore unico dell’azienda ha sempre opposto circa lo stato di salute di Amaco».

Calabrone evidenzia come, allo stato dell’arte, quelle preoccupazioni fossero tutt’altro che infondate. «Già allora – spiega – non era difficile prevedere che la rinuncia da parte dell’azienda a crediti già iscritti in bilancio senza una posta in entrata, almeno di pari importo, avrebbe comportato un ulteriore aggravamento della situazione economica, già di suo non florida. Per non voler parlare di tutta una serie di operazioni che si sono perpetrate negli anni e che la Cgil ha sempre evidenziato come inopportune se non del tutto errate». In tale categoria rientrano, a suo dire, i contratti per consulenze esterne, i concorsi interni per incarichi apicali – «che di fatto hanno ridotto all’osso il personale di guida» – l’esternalizzazione dell’officina, il mancato recupero degli introiti da traffico, la mancata riparazione delle macchine emettitrici di biglietti – «con conseguente impossibilità di verificare i titoli di viaggio» – e poi ancora il taglio del salario dei lavoratori, il ricorso alla cassa integrazione, l’eliminazione quasi dei servizi ausiliari.

Tutto ciò spinge Calabrone ad affermare oggi che «ha ragione il sindaco Caruso quando afferma che le problematiche di Amaco affondano le radici nelle passate gestioni e che si sono aggravate con la pandemia e la guerra in corso nel centro dell’Europa, ma proprio perché ne siamo consapevoli, e per un forte senso di responsabilità nei confronti degli utenti della collettività, abbiamo inteso sospendere lo sciopero proclamato prima dell’insediamento di questa amministrazione. Abbiamo dato fiducia a fronte delle dichiarazioni da parte del sindaco in commissione che entro questo settembre si sarebbero fornite risposte e novità positive per l’azienda. Auspichiamo che l’assenza, che condividiamo, del Comune all’assemblea dei soci che avrebbe dovuto portare all’approvazione del bilancio in assenza di una relazione esplicativa che ne precisasse i contenuti, possa essere il primo passo per una riflessione su quello che è stato, e vorrebbe continuare ad essere, il modus operandi dell’azienda, nell’attesa di conoscerne anche noi i contenuti».

Il trasferimento di beni per circa due milioni di euro, pur ritenuto utile, secondo la Cgil non basta. «La crisi è profonda e strutturale – sottolinea Calabrone – e il risanamento dovrà necessariamente passare dalla discontinuità di gestione e nell’interesse dei lavoratori e della collettività cosentina».

Da qui la richiesta a Caruso di aprire una discussione con i sindacati finalizzata a rilanciare l’azienda attraverso un piano industriale, esigibile e di prospettiva. «Il salvataggio dell’Amaco, dei posti di lavoro e la garanzia dei servizi – conclude il sindacalista – passano da una nuova visione di trasporto pubblico locale che non può prescindere anche da un confronto con la Regione».