venerdì,Marzo 29 2024

Sparatoria a Belvedere Marittimo, ecco come fu gambizzato il buttafuori

La Dda di Catanzaro mette sotto accusa anche tre persone accusate di aver raccontato il falso ai carabinieri delle Compagnia di Paola e Scalea

Sparatoria a Belvedere Marittimo, ecco come fu gambizzato il buttafuori

Gli autori della sparatoria in cui rimase colpito il buttafuori di un locale notturno di Belvedere Marittimo, Hakim Dezaz, 39 anni, potrebbero avere finalmente un volto. Dopo oltre un anno di indagini, risultano formalmente indagate quattro persone sono in carcere, una invece ai domiciliari. Le accuse, a vario titolo, vanno dalle lesioni personali all’associazione a delinquere di stampo mafioso. Per la medesima vicenda, la procura di Catanzaro ha indagato anche altre tre persone, a piede libero.

Si tratta dei proprietari del locale e un addetto alla sicurezza, formulando per loro un’ipotesi accusatoria di favoreggiamento. La quinta persona arrestata, come detto, a cui è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari, è accusata di aver minacciato due carabinieri durante un controllo e di essere l’autore degli spari contro l’auto di un maresciallo all’epoca dei fatti (era il 13 marzo 2021) in servizio alla stazione dei carabinieri di Cetraro. Si ricorda che tutti i cittadini sono innocenti fino a condanna definitiva.

Sparatoria a Belvedere Marittimo, la vicenda

La notte tra il 25 e il 26 giugno del 2021, Hakim Dezaz, buttafuori in servizio in un locale notturno sul lungomare di Belvedere Marittimo, fu raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco dopo una lite con alcuni clienti che non avrebbero voluto pagare il conto. Dezaz, ferito e sanguinante a terra, fu poi pestato da altre persone alla presenza di decine di testimoni. Il giovane di origini marocchine, residente in Italia da quasi venti anni, fu immediatamente soccorso dai sanitari, scampando miracolosamente alla morte. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, sul buttafuori si sarebbe accanita la furia di oltre quindici soggetti.

Sparatoria a Belvedere Marittimo, la frase: «Non sai chi sono io»

Dalla ricostruzione effettuata dalla Dda di Catanzaro, la lite sarebbe scoppiata quando Hakim Dezaz avrebbe rifiutato di chiedere scusa a un componente del gruppo criminale che stava consumando le bevande all’interno del locale notturno senza pagare. In quei frangenti, uno degli indagati avrebbe pronunciato la frase, «Non sai chi sono io», stringendo poi le mani intorno al collo dell’addetto alla sicurezza per costringerlo a chiedere scusa.

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Al rifiuto del buttafuori di sottostare al sopruso, un altro uomo della comitiva, avrebbe estratto la pistola dalla tasca dei pantaloni ed esploso il colpo senza pietà, gambizzando il 38enne marocchino. L’uomo con la pistola avrebbe poi «tentato più volte di sparare al volto, senza riuscirvi a causa dell’inceppamento dell’arma e nonostante i vari tentativi di sbloccarla». Secondo gli investigatori, inoltre, i soggetti coinvolti nella lite «si arrogavano il diritto di consumare gratuitamente, considerando una “mancanza di rispetto” ogni protesta o legittima richiesta di adempimento».

Sparatoria a Belvedere Marittimo, le accuse di favoreggiamento

Ad altre tre persone, indagate a piede libero, gli investigatori contestano il reato 378 del codice penale, ossia il favoreggiamento. In qualità di persona informate sui fatti, escusse in diverse occasioni, avrebbero aiutato alcuni degli odierni indagati e altre persone in corso di identificazione «a eludere le investigazioni mantenendo un comportamento omertoso e reticente e omettendo di riferire i fatti di cui erano a conoscenza».

Gli spari contro l’auto del maresciallo

L’uomo a cui è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari è di Cetraro e già noto alle forze dell’ordine. Nel marzo del 2021 avrebbe minacciato due carabinieri in servizio che stavano eseguendo un controllo su strada. «Ma che sono ‘ste pagliacciate – avrebbe detto il cetrarese ai militari -?! Voi nuova generazione a Cetraro state sbagliando, non vi sapete comportare!».

Secondo la ricostruzione, l’uomo avrebbe proferito tali parole per costringere i due carabinieri a omettere il controllo di polizia e il deferimento all’autorità giudiziaria. Ma, sempre secondo gli investigatori, l’uomo, in concorso con un altro soggetto in corso di identificazione, potrebbe essere anche l’autore degli spari contro l’auto privata di un giovane maresciallo all’epoca dei fatti in servizio alla stazione di Cetraro. La sparatoria si verificò il 13 marzo 2021. 

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