venerdì,Marzo 29 2024

L’EDITORIALE | I parchi pubblici di Cosenza ostaggio dell’inciviltà di alcuni cosentini

La provocazione dei volontari del Parco Piero Romeo serve per cercare di risvegliare le coscienze dei concittadini sull’utilizzo delle strutture pubbliche

L’EDITORIALE | I parchi pubblici di Cosenza ostaggio dell’inciviltà di alcuni cosentini

Tempo fa conversavo con una mia amica che è nata a Siviglia ma ha avuto la ventura di sposare un cosentino. La conversazione è subito scivolata sui luoghi comuni ovvero sulle domande più frequenti che la gente le rivolgeva appena saputa la sua nazionalità. Ad un certo punto, però, le ho chiesto quale fosse la cosa che invece aveva colpito di più lei, al suo arrivo in una piccola città del Sud Italia. La risposta è stata nettissima: «La grande attenzione che date al decoro personale che stride con la scarsissima che date al decoro dei luoghi pubblici. Da noi è esattamente il contrario».

Una frase che mi è rimasta in testa e che mi sta tormentando in questi giorni. Ieri abbiamo documentato come al parco del Benessere, nonostante i lavori non siano stati ancora consegnati al Municipio, i cittadini entrino tranquillamente nel cantiere per godersi le strutture sportive, spesso anche per funzioni diverse da quelle per cui erano state pensate. Così al campo da Padel i ragazzi giocano a calcio- tennis e la rete sta già dando segni di cedimento. La preoccupazione è che prima che la ditta consegni l’opera i danni saranno consistenti.

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Sempre ieri Sergio Crocco, della Terra di Piero, ha lanciato una provocazione sui social. Crocco ha infatti annunciato che il parco Piero Romeo, il primo spazio inclusivo della città realizzato con gli sforzi di volontari e simpatizzanti dell’associazione, verrà chiuso per inciviltà. E’ accaduto che alcuni ragazzi si siano divertiti a dondolarsi su una delle altalene riservata ai disabili, rompendola. Purtroppo non è la prima volta che accade.

Nel corso del tempo diversi giochi hanno subito la stessa sorte. I volontari della Terra di Piero le hanno provate tutte per evitare atti di vandalismo: telecamere, “ronde” di volontari per riprendere gli incivili. Tutto inutile, perché le telecamere non possono prevenire atti vandalici e di certo i volontari non possono garantire una sorveglianza h24 al parco. Anche se potessero, poi, sarebbe davvero triste imporre per coercizione un atteggiamento civile e rispettoso degli altri.

Da qui appunto la provocazione perché di certo un privato cittadino e una privata associazione non possono chiudere uno spazio pubblico. Ma la provocazione serve per cercare di risvegliare le coscienze dei cosentini sull’utilizzo delle strutture pubbliche. Ricordo ancora quando l’allora sindaco Mario Occhiuto decise di piazzare due canestri da basket al parco Remì, situato proprio di fronte al parco Romeo. Hanno resistito non più di dieci giorni, poi uno dei due ha ceduto sotto il peso di alcuni ragazzini che si divertivano ad appendersi al canestro. Potremmo continuare nell’elenco. Chiunque abbia figli piccoli, sa benissimo che a Cosenza è difficile trovare uno spazio verde dove i giochi siano intatti. Insomma avrei voluto proprio contraddire la mia amica spagnola, ma davvero non ho avuto, per ora, elementi per farlo.

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