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Il ritorno in Italia dell’ex latitante cosentino rischia di diventare un caso. Il braccio di ferro sul suo rimpatrio, dopo l’arresto eseguito in Francia lo scorso 2 febbraio, sembrava essersi risolto oggi con il via libera all’estradizione sancito dalla Corte d’appello di Lione. E invece non è così. Il nuovo difensore di Greco, infatti, annuncia ricorso per Cassazione, una mossa che sospende l’esecutività della procedura di estradizione.
E non solo. Oltralpe, infatti, David Metaxas è conosciuto come un «avvocato mediatico» (Paese che vai…) e le sue prime dichiarazioni rilasciate a Franceinfo rendono onore alla sua fama: «Se va in Italia è un uomo morto!» ha affermato il legale senza chiarire, però, le ragioni delle sue preoccupazioni. Forse un riferimento ai trascorsi da collaboratore di giustizia di Greco, ma tant’è: se i rapporti italo-francesi in tema di giustizia sono da sempre complicati e controversi, da oggi lo sono un tantino di più.
Ex affiliato del clan Perna-Pranno, Greco è stato acciuffato due mesi e mezzo fa dopo quasi diciassette anni di latitanza. In Italia deve scontare una condanna all’ergastolo perché riconosciuto colpevole di partecipazione al duplice omicidio di Stefano e Giuseppe Bartolomeo, commesso nel 1991 a coronamento della Seconda guerra di mafia combattuta in città in quel periodo e conclusasi proprio con l’eliminazione dei due fratelli “ribelli”.
In Francia si faceva chiamare Bruno Dimitrio e lavorava come cuoco a Saint-Etienne. La sua traduzione in Italia era stato bloccato a causa di un errore di procedura che riguarda il mandato d’arresto europeo. Nel suo caso, infatti, si sarebbe dovuta attivare quella dell’estradizione semplice. Così è stato fatto e stavolta la Corte d’appello ha dato il via libera.