Uno dei collaboratori di giustizia che sapeva “muoversi” meglio sulla costa tirrenica cosentina è senza dubbio Giuseppe Montemurro, conoscitore degli equilibri e accordi criminali, in virtù del fatto che attraverso la Movida estiva entrata in contatto con diversi mondi mafiosi, da Amantea fino a Diamante. Ed è proprio Montemurro a raccontare ai pm antimafia di Catanzaro l’inizio del programma di imposizione del servizio di vigilanza notturna nei locali del Tirreno cosentino, partendo proprio dagli accordi raggiunti da Pietro Calabria «sulla possibilità di condurre l’imposizione nelle località di San Lucido e Torremezzo di Falconara, ovviamente condividendone i guadagni”. (I VERBALI DI FOGGETTI E IMPIERI)

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Montemurro ha arricchito la sua versione, fornendo ulteriori dettagli sull’incontro avuto con Pietro Calabria «finalizzato a regolamentare – scrive il gip Giuseppe De Salvatore – l’imposizione dei servizi di sicurezza privata». «Ho già riferito dei rapporti intrattenuti con i Calabria che Rango mi diceva essere stati preposti ‘ndranghetisticamente per i comuni di San Lucido e Torremezzo da Francesco Patitucci. Lo stesso Rango mi diceva – aggiunge Montemurro – mi diceva che oltre ai fratelli Pietro e Pino, era attivo dal punto di vista criminale il cugino Fabio e tale Gianluca Arlia. Sempre Rango mi diceva che i gestori dei lidi, pagavano il pizzo ai Calabria e non ci avrebbero mai consentito di assicurare il servizio di buttafuori senza il consenso degli stessi Calabria. Ho personalmente verificato che Gianluca Arlia e Fabio Calabria spacciavano stupefacente» in un lido. Tale Alessio De Cicco» già coinvolto in “Reset“, «mi ha detto che i Calabria sono dediti all’usura reimpiegando capitali di Patitucci del quale sono autorizzati a spendere il nome».