Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Mentre l’Italia era paralizzata e chiusa a casa per la pandemia da coronavirus, la Dda di Catanzaro, proseguiva ad indagare per disarticolare la presunta associazione a delinquere dedita al narcotraffico. Un sodalizio criminale, secondo il pm Giuseppe Cozzolino, applicato per questo procedimento all’ufficio di procura coordinato dal procuratore capo Nicola Gratteri, promosso e diretto da un nigeriano, tale “Obinna“, a quale avrebbero partecipato altri soggetti stranieri.
Il 5 maggio 2020, in piena emergenza Covid, quella della prima ondata, un uomo racconta di essere un assuntore «abituale di sostanza stupefacente del tipo hashish e marijuana. Da un anno a questa parte e, fino a quando non siamo stati obbligati a rimanere dentro casa in quarantena a causa del coronavirus, acquistavo con frequenza di una volta al giorno, piccoli quantitativi di marijuana o hashish, destinati al mio consumo personale. In genere acquistavo uno o due grammi al giorno al prezzo di 5 euro al grammo» spiega il soggetto sentito dai carabinieri di Cosenza Nord. «Compravo dette sostanze da un gruppo di spacciatori stranieri che occupavano quotidianamente le zone dell’autostazione di Cosenza, Rialzo, Villa Giulia e vie limitrofe. Alcune volte mi recavo direttamente nei predetti luoghi certo di trovare qualche spacciatore ma capitava anche di chiamarli per concordare l’appuntamento».
I pusher di fiducia
L’assuntore ricorda anche i nomi dei pusher: «I miei pusher di fiducia che mi cedevano le sostanze stupefacenti erano tale “Bombo”, “Ibra” e “Freeman”. Bombo e Freeman li chiamavo normalmente sulla loro utenza telefonica, mentre Ibra preferiva essere chiamato tramite l’applicazione whatsapp poiché a suo dire era protetta da intercettazione telefoniche. Posso dire con certezza però, che il gruppo di venditori di cui gli stesi appartenevano era molto più ampio. Considerato il fatto che mi recavo quotidianamente nelle piazze di spaccio infatti, conoscevo ormai quasi tutte le persone del loro insieme e notavo spesso le varie cessioni di sostanze stupefacenti effettuate dalle stesse».
“Sia Bombo che Ibra e anche Freeman mi hanno sempre detto che qualora non avessi trovato uno di loro avrei potuto acquistare la sostanza stupefacente da qualsiasi altra persona del loro gruppo, tanto era la stessa cosas. Lavoravano tutti con lo stesso obiettivo ed erano una squadra unita. Quando uno del gruppo non era in possesso della sostanza magari perché l’aveva terminata, si rivolgeva a un altro per reperirla. Posso dire con sicurezza che oltrei ai predetti Bomba, Ibra e Freeman, appartenevano al gruppo anche Satam, Ahmad, Fall, Valentino, Toni, Mattia, Sebastian, Jibril, Roijib, Bobbu e Jallow».