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Quando ancora la ‘ndrangheta cosentina “lavorava” a fari spenti, pensando di poterla fare franca agli occhi della magistratura e delle forze dell’ordine, i presunti narcotrafficanti di Cosenza si dirigevano verso Lauropoli, frazione di Cassano Ionio, a portare un ingente quantità di denaro al fine di approvvigionarsi di sostanze stupefacenti. Se fosse eroina o cocaina non lo sanno neanche gli investigatori. Parliamo del 4 dicembre 2018, uno dei fatti contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare.
Dicembre 2018, la droga comprata a Cassano e portata a Cosenza
La Dda di Catanzaro in questo caso ha acceso i riflettori su Gennaro Presta che da poco era uscito di carcere dopo la condanna patita in “Rango-zingari“. Insieme a Gianluca Maestri, di cui abbiamo riferito in tanti servizi, si prodigano per incontrare gli Abbruzzese di Cassano Ionio. Nello specifico, il pm antimafia Alessandro Riello ritiene che avessero fissato un incontro con Nicola Abbruzzese, alias “semiasse” e Rocco Abbruzzese. Il tutto avviene intorno alle 13. Per gli inquirenti si tratta di detenzione e confezionamento di un quantitativo non inferiore a 171 grammi di droga. «La visita degli esponenti della criminalità organizzata cosentina gli “zingari” di Lauropoli aveva una finalità perfettamente in linea con le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che individuano nella cittadina della Sibaritide un canale di approvvigionamento dello stupefacente destinato alle piazze di spaccio della città di Cosenza».
Confezionamento intercettato dalla Dda di Catanzaro
Nel corso del “summit”, la Dda di Catanzaro intercetta le operazioni di confezionamento mediante il “trojan” che in questo caso è in funziona “attiva”, ovvero capace di scaricare ogni file dal cellulare dell’indagato a un altro dispositivo elettronico. In questa fase, evidenziano gli investigatori, “si intuiva“, dalle parole di “Semiasse” che «”un pacco” di droga era appunto in fase di apertura».
Prima di ritornare a Cosenza, Presta e Maestri avrebbero fatto un “test” qualitativo dello stupefacente. «E’ bella eh?» avrebbe detto Nicola Abbruzzese ai cosentini. Quest’ultimo nel “travaso” avrebbe chiesto la massima attenzione evitando che la sostanza stupefacente si riducesse in povere «grazie all’utilizzo di un oggetto del tipo martello o similare di cui nel frattempo si udiva distintamente il rumore». Era necessario a quel punto “bonificare” il luogo e Rocco Abbruzzese avrebbe assicurato di lavarci una volta finito tutto.
Dopo aver “tagliato” lo stupefacente, Maestri si sarebbe accertato «che la busta preparata fosse sapientemente “sigillata“, mentre Presta faceva, verosimilmente, riferimento a cifre di denaro da consegnare agli Abbruzzese. «Prendi sette e cinquanta» avrebbe esclamato il cosentino. La stessa situazione, comunque, si sarebbe ripetuta pure il 17 gennaio 2019, alla presenza anche di Maurizio Falbo.