lunedì,Marzo 24 2025

Zaffonte: «Schiaffeggiato da Porcaro per il “sottobanco” a Mendicino»

Tante inchieste della Dda di Catanzaro hanno fatto emergere il modus operandi nel traffico di stupefacenti. E chi non si attiene alle "regole" viene aggredito

Zaffonte: «Schiaffeggiato da Porcaro per il “sottobanco” a Mendicino»

Il tema del “sottobanco” è già emerso in diverse inchieste condotte dalla Dda di Catanzaro nel circondario di Cosenza. Di recente infatti le indagini che si sono occupate del traffico di stupefacenti hanno messo a nudo il modus operandi della ‘ndrangheta cosentina. I gruppi operanti nel territorio cosentino riescono a importare ingenti quantitativi di droga, sebbene in alcuni casi si parla della cosiddetta “droga parlata“, ovvero nessun sequestro o rinvenimento rispetto all’ipotesi investigativa.

Il quadro era già chiaro nell’indagine Overture, dove la Dda di Catanzaro aveva inserito i primi verbali dei collaboratori che illustrano come funzionasse il “Sistema“. D’altronde, l’inchiesta “Reset” si sarebbe dovuta chiamare proprio così, ma gli investigatori e gli inquirenti, in corso d’opera, hanno cambiato la denominazione.

La “legge” del crimine è uguale per tutti: chi vende droga “sottobanco” rischia il pestaggio ed è obbligato a versare una quota agli altri sodalizi. Lo hanno spiegato tanti pentiti, non ultimo Giuseppe Zaffonte, presunto esponente del “sottogruppo” mafioso diretto, secondo la Dda di Catanzaro, da Michele Di Puppo, la “stella” della ‘ndrangheta cosentina nonché “alter ego” di Francesco Patitucci.

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Le dichiarazioni di Zaffonte sul tema del “sottobanco”, legato all’indagine sul presunto narcotraffico nel carcere di Catanzaro, riguardano anche Roberto Porcaro e Luigi Abbruzzese. Parliamo, com’è noto, nel primo caso dell’ex “reggente” del clan degli italiani, pentitosi di essersi pentito, e nel secondo di colui il quale avrebbe guidato la presunta cosca Abbruzzese Bananadi via Popilia fino al 13 dicembre 2019, giorno del blitz di “Testa di Serpente“. Il caso in esame porta alla luce un pestaggio che sarebbe avvenuto in passato ai danni di un soggetto di Mendicino.

L’uomo che sarebbe stato “affrontato” da Roberto Porcaro, scrivono gli investigatori, avrebbe spacciato droga nelle Serre Cosentine per conto dei “Banana“. Ma quella sostanza stupefacente, secondo quando emerge, era “sconosciuta” agli “zingari” e a Porcaro: Zaffonte, dunque, racconta la vicenda: «A casa di Porcaro ci siamo visti, la mia presenza era dovuta al fatto che Porcaro, poiché» il ragazzo di Mendicino «era mio amico, mi chiese di portarglielo, io, Roberto Porcaro, Luigi Abbruzzese» e l’uomo di Mendicino, «mentre rimase sotto casa Danilo Turboli che non ha assistito alla discussione. Appena arrivato, Porcaro gli diede due schiaffi e gli disse che lui conosceva bene come funzionava il “Sistema” di Cosenza per la droga, che non c’era bisogno di ripeterglielo. Quindi per il “sottobanco” che aveva fatto doveva pagare la somma di 20mila euro che poi ha dato in due mesi, somma che si sono divisi Porcaro e Luigi Abbruzzese».

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