La discussione in carcere tra Patitucci e Mantella per un «massone coinvolto nella Banca di San Marino»
La circostanza emerge dalle motivazioni della sentenza di Rinascita Scott, dove il pentito aveva riferito su un fatto che sarebbe avvenuto nel carcere di Cosenza
Le motivazioni di Rinascita Scott fanno emergere tanti dettagli che sono serviti al collegio giudicante per ricostruire i rapporti della ‘ndrangheta vibonese. In questo caso parliamo del collaboratore di giustizia, Andrea Mantella, autore di innumerevoli omicidi, chiamato a testimoniare in aula dalla Dda di Catanzaro.
La parte che interessa il territorio di Cosenza, e i contatti/conoscenze con gli elementi della mafia locale, è compendiata nel capitolo dedicato all’avvocato Giancarlo Pittelli. Sul penalista Mantella ha detto di tutto e di più. E in questo caso, il collaboratore di giustizia parla di un episodio avvenuto a Cosenza con Francesco Patitucci. Quest’ultimo è considerato oggi il capo della ‘ndrangheta cosentino. La contestazione del 416 bis la troviamo infatti sia nel procedimento penale “Reset” che in “Recovery”.
Nel primo caso, parliamo del vertice della presunta confederazione mafiosa. Nel secondo invece del promotore, ideatore e organizzatore del narcotraffico degli italiani, già gruppo Lanzino. Insomma, un personaggio malavitoso di rilievo che in più occasioni non ha smentito di essere alla guida di un gruppo «di amici» che in linguaggio criptico potrebbe voler dire «clan di ‘ndrangheta».
Mantella parla prima di Pittelli
Il pentito Andrea Mantella, rispondendo alle domande del pm Antonio De Bernardo, ha spiegato che «tra l’avvocato Giancarlo Pittelli e Luigi Mancuso «c’era una certa fratellanza». «Questo lo so per certo al centouno per cento, me lo diceva lo stesso Razionale che mi parlava dell’Avvocato Giancarlo Pittelli. Me lo dicevano i miei, il mio ex capo».
Secondo Mantella, Pittelli sarebbe stato coinvolto «nella scarcerazione di Pino Barba, alias “Pino Presa“, è stato coinvolto pure nella scarcerazione di Francesco Michelino Patania, alias “Ciccio Bello“, è stato coinvolto tramite Razionale per farmi accogliere un mio reclamo di un permesso premio durante la mia detenzione per omicidio comune» grazie a un presunto giudice/massone.
Mantella ha poi evidenziato che il togato «era un massone deviato di una Loggia clandestina paramafiosa e questo me lo hanno confermato pure nel carcere di Cosenza un tale Micuccio Macrì massone, che era coinvolto nella Banca di San Marino, sarebbe lo zio dei fratelli Lubiana che siamo stati a Cosenza insieme nello stesso carcere».
…e poi di Patitucci
A questo punto che Mantella svela cos’era successo con Patitucci: «Io difendo Micuccio Macrì da una aggressione da un boss di Cosenza, un tale Francesco Patitucci, ai passeggi che lo voleva picchiare. Intervengo io con questo Patitucci. Gli dico poiché era, era il mio compaesano di lasciarlo praticamente in pace e, e che non aveva, non aveva esperienze carcerarie». Poi il pentito ha dichiarato di aver chiarito con Patitucci.