Città unica, Guccione agli “indipendentisti” rendesi: «Lascio ad altri le rendite di posizioni»
L'ex consigliere regionale replica al comitato per il no alla fusione: «Le nuove generazioni non fanno alcun distinguo tra Cosenza, Rende e Castrolibero. Sfruttiamo bene il tempo fino al 2027»
«Non c’è nessuno che possa essere contro l’idea di costruire una città medio grande e che di fatto esiste già nelle mente di nuove generazioni che non fanno più distinzione tra Cosenza, Rende e Castrolibero». Carlo Guccione risponde così alle invettive che i comitati di Rende per il no alla città unica gli hanno rivolto questa mattina in una dura nota.
«Ho detto di essere contrario al metodo utilizzato dal centrodestra, perché la decisione di sciogliere o meno un’amministrazione non poteva risiedere nelle mani del presidente – ha proseguito l’ex consigliere regionale -. Il percorso in parte è stato però corretto con lo slittamento al 2027 dell’inizio dell’iter di unificazione. Tutto ciò permette di avviare un percorso di confronto e discussione così da arrivare all’appuntamento preparati».
Guccione ribadisce il concetto fondamentale che toccherà ai cittadini dire come la pensano a riguardo. «Entro tre mesi Roberto Occhiuto indirà il referendum – prosegue – e i residenti dei tre comuni decideranno se fare o non fare fusione. Nel 2016 misi la creazione della città unica nel mio programma elettorale, ma ritengo ancora più importante questa proposta perché nella nostra provincia, grazie al percorso di fusione, è nata la terza città calabrese. Oggi questa opportunità viene data anche a Cosenza, Rende e Castrolibero per dare vita ad un importante centro urbano. Vanterebbe un’università, un’azienda universitaria-ospedaliera e un territorio che può cogliere opportunità economiche e innovative».
Guccione per chiudere la polemica con i comitati rendesi usa il fioretto, ma intende ugualmente lanciare dei messaggi. «Le piccole rendite di posizioni le lascio agli altri, ma ovviamente mi auguro che ci sia la possibilità di riflettere. Le forze politiche spero discutano del perché in questo territorio ci siano state realtà sciolte per mafia per ben due volte. Non può essere marginale tale confronto, sono aspetti cardine non solo per questioni legate a democrazia, ma anche per chiarire vicende politiche che potrebbero essere di ostacolo ad un rilancio amministrativo ed economico».