Baker Hughes, Stasi sbotta: «Qualcuno da fuori manovra la minoranza in Consiglio comunale»
L’opposizione aveva chiesto il ritiro del ricorso al presidente della Repubblica per lanciare un segnale politico. Dopo ore di confronto si era trovata la quadra con la maggioranza. Poi tutto è cambiato all’improvviso dopo «una strana telefonata»
Quanto accaduto ieri sera durante e dopo un consiglio comunale inutile è una via di mezzo tra il paradossale ed il grottesco.
L’estrema sintesi è che nemmeno sui grandi temi territoriali, sulle grandi vertenze, sulle grandi occasioni di sviluppo, come quella proposta da Baker Hughes con un investimento da 60 milioni e 200 posti di lavoro, la città – meglio dire le rappresentanze istituzionali elette – non riescono a fare fronte comune davanti all’interesse generale.
Dibattere in assise il tema Baker Hughes con cinque mesi di ritardo rispetto alla richiesta presentata dai gruppi di minoranza – senza peraltro presentarsi dopo tutto questo tempo con una bozza di deliberato – è stato un mero esercizio narcisistico alla luce del ritiro dalla proposta di insediamento industriale. Ma con un’aggravante: quel messaggio politicamente inequivocabile inviato all’esterno: Corigliano Rossano – come troppo spesso è accaduto in passato – è divisa.
La richiesta di ritiro del ricorso al Presidente della Repubblica
Il Consiglio comunale si consuma, sostanzialmente, attorno alla richiesta delle opposizioni al sindaco Stasi di ritirare il ricorso presentato al Presidente della Repubblica legato agli ormai noti cavilli burocratici legati alle procedure. Ciò che contestano il sindaco e la sua maggioranza all’Autorità portuale è l’aver concesso, sebbene nell’ambito dei poteri Zes, l’autorizzazione a Baker Hughes prima e fuori dal contesto della conferenza dei sevizi,
I due fronti rimarranno sulle loro posizioni, con le minoranze a chiedere il ritiro del ricorso e la maggioranza prospettare la convocazione della conferenza dei servizi che farebbe decadere le ragioni del ricorso stesso.