Alvini: «Dopo il -4 abbiamo lavorato sulla testa. Mercato? Mancano 7 giornate»
Il tecnico ricorda: «Ci eravamo ritrovati con 4 punti in 3 partite, poi è arrivata la penalizzazione che ci ha riportato a zero»
Il Cosenza di Massimiliano Alvini avrebbe gli stessi punti della Cremonese, in piena zona playoff. A ripercorrere il periodo della penalizzazione è lo stesso trainer dei Lupi che ieri sera è intervenuto da ospite nella trasmissione “11 in campo” in onda su LaC Tv. Il -4 è stato una botta tremenda non solo per lo spogliatoio, ma anche per l’intero ambiente. «Ci eravamo ritrovati con 4 punti in 3 partite, poi è arrivata la penalizzazione che ci ha riportato a zero – ha detto -. In questo, però, sono stati bravi Delvecchio e Ursino così come anche noi dello staff, a fare un lavoro psicologico importante per tirare su di morale la squadra».
Fisiologico secondo Alvini che il Cosenza abbia avuto un periodo di appannamento. Da qui il grande lavoro sul campo. Settimana dopo settimana è stata ritrovata brillantezza mentale, tradotta poi in risultati sul campo. «Successivamente abbiamo presentato ricorso, fiduciosi di riavere almeno due dei quattro punti, ma inno della corte ci aveva buttato un po’ nello sconforto. Adesso però è tutto superato. A me questo Cosenza piace allenarlo e viverlo nella sua quotidianità».
Tra poco più di un mese sarà già tempo di sfogliare la margherita e di parlare di calciomercato. Il capitolo legato al mercato è quello che maggiormente appassiona i tifosi. Alvini, però, in casa Cosenza distingue il rettangolo verde dalla scrivania. «Non ci sto pensando perché mancano 7 giornate – sostiene-. Io penso solo al campo. Ci penseranno Delvecchio e Ursino al mercato e loro sapranno come migliorare la squadra. Forse ci manca un po’ di esperienza e delle conoscenze a livello di squadra, perché il secondo gol che abbiamo preso a Brescia è uno sbaglio nostro che non possiamo commettere». Adesso una settimana di sosta del campionato a causa degli impegni internazionali, poi la Serie B riprendere più avvincente che mai. (Vincenzo Primerano)