giovedì,Febbraio 13 2025

Tribunale di Cosenza, inaugurata la mostra “Invisibili” sulle vittime di mafia

Le storie di personaggi che hanno combattuto contro Cosa Nostra e ne sono diventate vittime ripercorse nei corridoi del Palazzo di Giustizia bruzio

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Peppino Impastato, il generale Dalla Chiesa. Ma anche Mario Francese, Mario D’Aleo, Giuseppe Bommarito, Pietro Morici. E poi tanti altri, considerati “Invisibili”. Da qui il titolo della mostra che prende posto nel primo corridoio a sinistra del Tribunale di Cosenza. Pagine di giornale, volti. Storie delle vittime di mafia, di Cosa Nostra, che vengono ripercorse in una decina di roll-up. Tutti disposti uno di fronte all’altro. Per non dimenticare ancora una volta chi, in diverse occasioni, è stato già dimenticato.

La mostra “Invisibili” in Tribunale, le parole di Urania Granata

La mostra “Invisibili” è stata presentata ieri mattina nella biblioteca del Tribunale di Cosenza. Al tavolo della conferenza i due presidenti di ANM, Urania Granata per la sezione di Cosenza e Giovanni Strangis per il distretto di Catanzaro. Da entrambi un monito a non dimenticare chi ha sacrificato la propria vita diventando vittima della mafia. «L’obiettivo della mostra è proprio quello di lanciare un messaggio – spiega Urania Granata – perché la società civile ha il compito di abbracciare chi ha subito degli eventi luttuosi, degli eventi tragici a causa del fenomeno mafioso, quindi non lasciarli soli». Non abbandonare nessuno, spiega Granata, perché «l’obiettivo della mafia è anche questo. Revocare il ricordo di certi eventi serve a sensibilizzare la collettività rispetto al tema dell’indifferenza».

Giovanni Strangis (ANM Catanzaro): «La mostra porti a impegno quotidiano»

A Granata fa eco il presidente ANM del distretto di Catanzaro, Giovanni Strangis: «La mostra che quest’oggi inauguriamo sia un momento di riflessione condivisa su quello che è accaduto e dal quale muovere con un rinnovato impegno quotidiano». Diverse le vittime ricordate, fra di loro anche un bambino vittima fortuita di uno scontro a fuoco. «La mafia non uccide con una distinzione particolare. Sono richiamate vittime che appartengono alle più diverse estrazioni social e professioni, il cui solo elemento comune è l’impegno contro Cosa Nostra». A Strangis fa eco anche il presidente di Trame, Nuccio Iovene. «Abbiamo accettato la richiesta che ci è venuta all’Associazione Nazionale Magistrati di Stretto di Catanzaro di collaborare alla realizzazione di questa mostra. Lo facciamo – ha poi aggiunto – per essere un elemento di opposizione alla mentalità mafiosa che è presente in questa terra». La mostra, partita dal Tribunale di Cosenza, passerà poi a quello di Catanzaro e concluderà il proprio viaggio in quello di Lamezia Terme.

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