Rende, il Comitato popolare tergiversa. Altri 10 giorni per blindare (o frantumare) l’unità
I dieci gruppi che ne fanno parte si sono presi altro tempo per ragionare sul da farsi in vista delle prossime elezioni amministrative
Nulla di fatto. Un altro rinvio. Posizioni guardinghe. Vorrei dire, ma non oso. Quattro concetti per riassumere la fumata nera della riunione del Comitato popolare che, dopo l’affermazione del No al referendum per la città unica, sta provando a non frantumarsi in vista delle elezioni amministrative di Rende previste per maggio-giugno. Il grimaldello per tenere in piedi un sodalizio di aree culturalmente eterogenee in un contesto del tutto differente da quello del primo dicembre, probabilmente i protagonisti devono ancora trovarlo.
Assolutamente lodevole l’impegno, ma nessun passo è stato mosso al netto dei comunicati stampa. Quello che conta sono le cene circoscritte a 4-5 elementi (una pare sia in programma stasera), gli incontri privati negli studi dei professionisti della città e le pur legittime ambizioni individuali. Finora, però, nessuno ha fatto la prima mossa, forse perché consapevoli che trovare una quadra su un candidato a sindaco unitario non sia esercizio semplice. Non lo è in una coalizione fedele agli schemi classici destra-sinistra, figurarsi in una civica dove dovrebbero convivere formazioni dall’indole movimentiste, riformiste, cattoliche e di destra.
Gli scenari verso le elezioni di Rende
I dieci gruppi appartenenti al Comitato popolare si sono presi una decina di giorni per un’ulteriore riflessione in ottica delle elezioni di Rende. Alla prossima riunione, che i protagonisti descrivono come risolutiva, una direzione verrà imboccata. Se unitaria, allora salterà fuori il candidato su cui lavorare insieme senza gelosie. Viceversa, il mosaico sarà colmato come al solito con quattro o cinque aspiranti primi cittadini.
Ad oggi, l’unico asse che dovrebbe reggere ad eventuali scossoni è quello Federazione Riformista-AttivaRende. Il gruppo che ha in Mimmo Talarico il suo lider maximo si è espresso ieri pomeriggio esprimendo un concetto ribadito tra le righe anche la sera: senza le loro battaglie consiliari, l’opposizione all’amministrazione Manna sarebbe stata troppo silente. Dal colore della fumata sul comignolo del Comitato dipendono le mosse del Partito Democratico, di Sinistra Italiana e del Movimento 5 Stelle. Ma anche del centrodestra che non perde occasione per ribadire di voler presentare un nome identitario.