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L’opposizione di centrodestra ha vinto le elezioni legislative in Groenlandia, segnando un netto cambiamento rispetto al governo uscente. Secondo i dati diffusi dall’emittente pubblica Knr, il Partito Democratico, formazione social-liberale, ha ottenuto oltre il 30% dei voti, mentre il partito nazionalista Naleraq ha raggiunto il 23%. Un risultato che rappresenta una battuta d’arresto per i partiti storicamente favorevoli a una rapida indipendenza dalla Danimarca: gli ambientalisti di Inuit Ataqatigiit hanno subito un crollo di 15 punti percentuali rispetto alle precedenti elezioni, fermandosi al 21%, mentre i socialdemocratici di Siumut sono scesi al 15%.
Un’indipendenza da costruire nel tempo
Inge Olsvig Brandt, candidata del partito al governo InuitAtaqatigiit, ha detto che la Groenlandia «non ha bisogno di indipendenza in questo momento. Abbiamo troppe cose su cui lavorare. Penso che dobbiamo lavorare con noi stessi, con la nostra storia, e dovremo fare molto lavoro di guarigione prima di poter fare il passo successivo». L’interesse espresso da Trump ha scosso lo status quo e, unito al crescente orgoglio dei popoli indigeni per la loro cultura Inuit, ha posto l’indipendenza al centro delle elezioni.
Nel dibattito finale di lunedì sull’emittente statale della Groenlandia KNRlate, i leader dei cinque partiti attualmente in parlamento hanno dichiarato di non fidarsi di Trump. «Sta cercando di influenzarci. Posso capire se i cittadini si sentono insicuri», ha affermato Erik Jensen, leader del partner della coalizione di governo Siumut. Un sondaggio di gennaio ha suggerito che la maggioranza degli abitanti della Groenlandia è a favore dell’indipendenza, ma sono divisi sui tempi.
Pressioni internazionali e risorse strategiche
La Groenlandia è al centro di forti interessi geopolitici. L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva persino espresso l’intenzione di acquistare l’isola, definendola strategica per la sicurezza nazionale americana. Con lo scioglimento dei ghiacci artici, il territorio sta diventando sempre più ambito per le sue risorse minerarie, tra cui le terre rare, fondamentali per l’industria tecnologica e militare. Tuttavia, i groenlandesi si mostrano cauti verso le interferenze straniere e le prospettive di sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali.
Il futuro politico dell’isola
Ora il Partito Democratico dovrà avviare i negoziati per formare una coalizione di governo. Inuit Ataqatigiit e Siumut, che hanno dominato la politica groenlandese per anni, potrebbero tentare di rientrare nei giochi, ma il calo di consensi li pone in una posizione di debolezza. Nel frattempo, il dibattito sull’indipendenza resta acceso, tra chi vuole accelerare il processo e chi ritiene che la Groenlandia debba prima consolidare il proprio sviluppo economico.