mercoledì,Aprile 23 2025

Pestaggio a Cosenza, in aula la violenta ricostruzione dei fatti avvenuti ad aprile 2024

Gli imputati sono Francesco Rango e Giuseppe Bevilacqua. La Dda di Catanzaro ha sentito diversi testimoni, tra cui la persona offesa

Pestaggio a Cosenza, in aula la violenta ricostruzione dei fatti avvenuti ad aprile 2024

Aveva scosso l’opinione pubblica il brutale pestaggio avvenuto lo scorso 28 aprile all’interno di un noto locale del centro di Cosenza. Un’aggressione con contorni inquietanti, culminata a fine agosto con l’arresto di due persone: Francesco Rango, 21 anni, e Giuseppe Bevilacqua, 40 anni. Su richiesta della Dda di Catanzaro, i carabinieri avevano eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP distrettuale.

Secondo le risultanze investigative, la violenza avrebbe avuto uno scopo intimidatorio. A consentire l’identificazione dei presunti autori sarebbero state le immagini di videosorveglianza installate all’esterno del locale e le testimonianze raccolte sul posto. La vittima dell’aggressione è un imprenditore della movida cosentina, titolare di un locale tra i più frequentati della città.

La notte del pestaggio

L’episodio si consumò intorno all’una di notte. La vittima, ascoltata dagli inquirenti, aveva raccontato di essere intervenuta per sedare una lite tra due ragazze, quando cinque uomini sarebbero entrati nel locale. Tra loro, Francesco Rango e Giuseppe Bevilacqua. Dopo uno scontro con la guardia giurata, Bevilacqua avrebbe colpito violentemente alla nuca l’imprenditore, facendolo cadere. Poi, mentre la vittima tentava di rialzarsi, sarebbe stata nuovamente aggredita con pugni al volto, in un’escalation interrotta solo dopo le sue suppliche.

In quel frangente, sempre secondo il racconto fornito agli inquirenti, Francesco Rango si sarebbe qualificato come figlio di Maurizio Rango, già boss della cosca degli “zingari” di Cosenza oggi detenuto al 41 bis, intimando: «Non devi parlare con Giovanni Tufaro, altrimenti ti appiccio il negozio».

Le decisioni del Riesame

Il Tribunale del Riesame di Catanzaro aveva confermato gli arresti domiciliari per Francesco Rango sull’ipotesi della violenza privata aggravata dal metodo mafioso, annullando però il capo B dell’ordinanza relativo alle percosse. Per Giuseppe Bevilacqua, difeso dall’avvocato Francesco Gelsomino, il Riesame aveva eliminato l’aggravante mafiosa dal capo B (lesioni personali), mantenendo però i domiciliari.

L’udienza

Nell’ultima udienza, il pubblico ministero della Dda di Catanzaro Corrado Cubellotti ha sentito la persona offesa, alcuni operatori di polizia giudiziaria e un avvocato presente la sera dell’aggressione. Dalle testimonianze è emerso che nei frame delle telecamere non si vedrebbe Francesco Rango colpire direttamente qualcuno. La persona offesa ha confermato, tuttavia, la minaccia ricevuta da un ragazzo che si è presentato come Francesco Rango. I testi sentiti hanno inoltre fornito una descrizione difforme di Bevilacqua.

Alla domanda se conoscesse Rango o Bevilacqua, la vittima ha dichiarato di non averli mai visti prima nel proprio locale. Inoltre, ha ammesso di aver esitato a denunciare subito i fatti per timore di ritorsioni, ma di aver deciso di procedere a tutela della propria sicurezza. Dopo gli arresti ha chiesto protezione alle autorità preposte. Ha inoltre dichiarato di aver implorato il suo aggressore di smetterla di picchiarlo.

In merito alla posizione di Bevilacqua, la vittima non lo ha riconosciuto in foto, né ha confermato la sua presenza nel locale. Rango (difeso dagli avvocati Antonio Quintieri e Filippo Cinnante) e l’altro imputato, intanto, resta agli arresti domiciliari in attesa dei prossimi sviluppi giudiziari. I difensori, all’esito dell’udienza, hanno invocato una modifica dello stato cautelare. Il tribunale di Cosenza si è riservato. La Dda ha espresso parere contrario.

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