martedì,Maggio 13 2025

Praia a Mare, De Lorenzo: «L’ospedale salvato dal nuovo atto aziendale, ma servono fondi»

Il sindaco della cittadina tirrenica avverte: «La rete di emergenza-urgenza potrà essere riattivata a condizione di ottenere una direzione sanitaria indipendente dallo spoke Cetraro - Paola

Praia a Mare, De Lorenzo: «L’ospedale salvato dal nuovo atto aziendale, ma servono fondi»

La recente sentenza del Consiglio di Stato, che ha respinto un ricorso presentato dai Comuni altotirrenico, non inciderà sull’iter della riapertura dell’ospedale di Praia a Mare. È quanto sostiene il sindaco di Praia a Mare, Antonino De Lorenzo. Il motivo è che il verdetto si riferisce a un decreto del 2023, poi superato dall’atto aziendale regionale del dicembre 2024.

Quest’ultimo, inserisce la struttura praiese nella rete ospedaliera ed «è una cosa fondamentale». Tuttavia, il primo cittadino, se da un lato smorza i toni allarmisti, resta cauto anche in merito alla riapertura. «Quando si parla di ospedale – precisa – bisogna andarci sempre con i piedi di piombo, perché su questa cosa non facciamo politica e non vogliamo fare politica. Non è il caso di scherzare». Affinché l’obiettivo di riattivare le rete di emergenza e urgenza nel comprensorio dell’alto Tirreno cosentino resti in piedi, bisognerà trovare i fondi utili a finanziare i nuovi reparti e ottenere una direzione sanitaria indipendente dallo spoke Cetraro – Paola, al contrario di quanto previsto dall’attuale organizzazione.

Cosa è accaduto

Nel 2014, 2015, 2017 e nel 2022, il più alto tribunale amministrativo italiano ha stabilito che gli atti della riconversione in casa della salute dell’ospedale di Praia a Mare andavano annullati e, al tempo stesso, ha nominato più volte dei commissari ad acta per l’attuazione delle sentenze. Queste, però, pur essendo esecutive ed inoppugnabili, sono state quasi del tutto ignorate. Così, nell’estate del 2023, i sindaci del territorio avevano ulteriormente interpellato il Consiglio di Stato, chiedendo semplicemente l’applicazione della legge, presentando un ricorso fondato su un decreto commissariale n°198.

Lo scorso 29 aprile i giudici, in contraddizione a quanto espresso precedentemente, hanno emesso un verdetto secondo cui i presupposti per l’attuazione delle sentenze sarebbero ormai superati. La decisione è motivata dal fatto che durante il periodo Covid siano sorte nuove esigenze, non compatibili con l’organizzazione del vecchio decreto. Ma, grazie a un nuovo atto aziendale, quel decreto, e di conseguenza il nuovo verdetto, può considerarsi ininfluente.

«Quello che contestavamo – dice De Lorenzo – era l’assenza in quella organizzazione ospedaliera della struttura operativa complessa di Chirurgia e della struttura operativa complessa della Direzione sanitaria, oltre ai posti dell’Obi (Osservazione Breve Intensiva, ndr). In realtà, anche attraverso l’interlocuzione dell’amministrazione comunale con la direzione sanitaria dell’Asp di Cosenza e con il direttore generale Antonio Graziano siamo riusciti a ottenere un upgrade di questa situazione attraverso la stesura dell’atto aziendale pubblicato a fine 2024». In quel documento c’è «una struttura ospedaliera che ha la struttura operativa complessa di Chirurgia, la struttura operativa complessa di Medicina e direzione sanitaria sostanzialmente autonoma».

La pecca di una direzione sanitaria

C’è un però. «Questo ulteriore atto è stato poi implementato da una modifica che vede l’ospedale di Praia a Mare inserito sì nella rete ospedaliera, ma con una direzione sanitaria che potrebbe dipendere dallo spoke Cetraro – Paola». La situazione sarà discussa con il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, che è anche commissario ad acta della sanità.

L’incognita fondi

Poi c’è anche da tenere in considerazione la spinosa questione dei fondi. «Naturalmente – prosegue il primo cittadino -, tutto questo rimane sulla carta se non ci saranno i soldi e gli impegni di bilancio da parte della Regione. Abbiamo delle rassicurazioni, da questo punto di vista, ma in questa zona quando si parla di ospedale bisogna andarci sempre con i piedi di piombo, perché su questa cosa non facciamo politica, non vogliamo fare politica e soprattutto su questa cosa non è il caso di scherzare».

La riunione in Comune

La notizia del ricorso respinto dal Consiglio di Stato, ha costretto i sindaci della zona a riunirsi con urgenza. «Nel pomeriggio abbiamo avuto un incontro con la mia maggioranza e i sindaci di Tortora (Toni Iorio, ndr) e Aieta (Pasquale De Franco, ndr), a cui ha partecipato anche l’avvocato Francesco Cristiani. È stato necessario per decidere la giusta comunicazione, per far sì che su questa notizia non ci siano speculazioni. In questo momento non servono a Praia, non servono al territorio e non servono alla nostra struttura ospedaliera».

Un pasticciaccio all’italiana

La vicenda dell’ospedale di Praia a Mare è sintomatica di un Paese che contraddice sé stesso, molto più di quanto possa comprendere la logica umana. Ne è un esempio tangibile. Riconvertito in casa della salute il 1° aprile 2012, i sindaci del territorio si appellano ripetutamente al Tar e al Consiglio di Stato. Quest’ultimo nel 2014, 2015, nel 2017 e nel 2022, sostiene la riattivazione della rete di emergenza e urgenza della struttura annullando gli atti della riconversione.

Per passare dalle parole ai fatti, il Consiglio di Stato nomina tre commissari ad acta incaricati di riaprire l’ospedale e tutti e tre rifiutano l’incarico. Occorrono molti mesi prima che il quarto commissario accetti il delicato compito. Si chiama Eugenio Sciabica e, dopo un lungo studio, emana un decreto, detto appunto “Decreto Sciabica“, le cui modifiche dovrebbero potenziare il presidio e condurre dritti alla riapertura. Nonostante una inaugurazione del 2017, con tanto di taglio di nastro e politici festanti, succede poco o nulla, anche negli anni a seguire.

I sindaci tornano in Consiglio di Stato e chiedono, attraverso il loro legale, l’ottemperanza di giudizio delle sentenze; più semplicemente, chiedono l’applicazione della legge. Il ricorso viene accolto, ma c’è bisogno di nominare un nuovo commissario ad acta. La nomina ricade su Eugenio Sciabica. Nel frattempo, lo stesso Consiglio di Stato dice che il decreto sanitario che dovrebbe garantire la riapertura, e che tiene conto delle volontà di Sciabica, è ormai superato. Intanto, da tredici anni, il territorio dell’alto Tirreno cosentino vive l’incubo dell’intollerabile assenza di un ospedale capace di fronteggiare le situazioni di urgenza e di emergenza.