La sconfitta contro il Foggia, maturata in modo rocambolesco, ha lasciato scorie evidenti, e in campo si sono viste tutte. Il Cosenza, pur battendo il Picerno in un “Marulla” quasi deserto, non ha brillato. La squadra di Antonio Buscè, nel primo tempo, ha creato qualche occasione pericolosa ma non ha espresso il suo miglior calcio. Ancora meno ha prodotto nella ripresa, dove solo la qualità tecnica di Achour – in versione Grosso ai Mondiali 2006 – ha fatto la differenza contro una formazione, quella lucana, tenace e ben organizzata da Valerio Bertotto.

L’infortunio di Mazzocchi ha complicato i piani. La scarsa vena di Garritano e la frenesia di Ricciardi, deciso a vincere la partita praticamente da solo, non hanno aiutato il Cosenza a macinare gioco con la fluidità mostrata nelle precedenti uscite al “Marulla”. Sebbene il primo posto disti ancora cinque punti, nulla è perduto.

Ora entra nel vivo la fase clou del campionato. Il Cosenza ha due partite importanti, da non sbagliare: Trapani e Cavese. Il Catania di Mimmo Toscano sta mostrando continuità, ma non appare più forte del Cosenza negli undici titolari. Certo, può contare su una profondità di rosa – che ai Lupi della Sila manca – e su un tecnico che sa come si vince. Un dettaglio tutt’altro che secondario.

Il presidente Guarascio, dopo i rinnovi, deve ora regalare al tecnico Buscè i giocatori richiesti. Senza se e senza ma. A gennaio inizia un altro torneo: servirà mostrare i muscoli e alzare la qualità della rosa, in termini di esperienza e duttilità tattica. Il Cosenza c’è con la testa. Ed è la notizia più importante della vigilia dell’Immacolata.