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L’eroe di Italia ’90 si è spento. Totò Schillaci, che coi suoi occhi spiritati ha fatto innamorare più generazioni in un Mondiale terminato a un passo dalla gloria, è morto a causa di un male troppo grande contro il quale combatteva da tempo. Sessant’anni ancora da compiere, nell’estate del 1990 trascinò l’Italia fino alla semifinale della Coppa del Mondo, diventando il centravanti titolare quasi per caso dopo l’infortunio di Gianluca Vialli. Ma appena un anno prima delle Notti Magiche cantate da Bennato e Nannini, Totò giocava al San Vito.
Totò Schillaci a Cosenza nella partita di Poggi e Venturin
La stagione 1988/’89, infatti, per Totò Schillaci è l’ultima con la maglia del Messina, in Serie B, mentre è la prima dopo un quarto di secolo per il Cosenza, che riabbraccia la cadetteria a seguito della promozione targata Gianni di Marzio. All’andata, alla nona giornata, Schillaci segna pure: un missile su punizione che non lascia scampo a Gigi Simoni. A pareggiare i conti sarà poi all’83’ Michele Padovano. Quella del ritorno, invece, è la partita di Poggi e Venturin, nella quale il centravanti peloritano non combina nulla e i Lupi ribaltano l’iniziale vantaggio siciliano firmato Pierleoni.
Il gol contro i rossoblù al San Vito
Fra i tanti stadi in cui Schillaci ha segnato, da San Siro all’Olimpico, c’è però anche il San Vito: è il 22 gennaio 1984, ultima gara d’andata del campionato di Serie C1, Girone B. Il Cosenza è passato in vantaggio con una rete di Frigerio, ma Schillaci non ci sta e pareggia i conti: non basterà al risultato finale, visto che i silani riusciranno comunque a vincerla per 2-1, ma sarà una delle quattro reti segnate dal futuro vicepallone d’oro 1990. Che sarebbe poi tornato a Cosenza da ritirato, sette anni fa, per presentare il suo libro, “Il gol è tutto“. Nell’occasione si intrattenne a parlare con l’allora allenatore del Cosenza, Giorgio Roselli, avversario di Schillaci diverse volte a fine anni ’80.