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Il precampionato della Morrone è in pieno svolgimento, con il tecnico Paolo Infusino che sta lavorando sugli uomini a disposizione. E’ coadiuvato dall’allenatore in seconda Giuseppe Verduci, dal preparatore
atletico Gianmarco Manna e dal responsabile dei portieri Isidoro
Marchese.
«Prima di ogni discorso – spiega il titolare della panchina
granata – mi preme ringraziare Lorenzo Stranges e Andrea Spinelli. Al loro
fianco ho trascorso quattro anni importanti che hanno significato tanto per
me. La mia forma mentis passa dai rispettivi modi di interpretare il calcio,
gli sono pertanto legato da un punto di vista tecnico e umano».
Infusino conosce il modo di operare della società, tanto che è in organico
fin dalla rinascita. Suo, ad esempio, il primo gol in terza Categoria. Appese
le scarpette al chiodo ha coadiuvato i due allenatori sopracitati, per
cimentarsi poi in prima persona nella direzione della Juniores una stagione fa. «Lavoro in un ambiente sano dove c’è grande armonia – spiega -. La
rosa è giovane, ma ben predisposta al sacrificio. La squadra è contenta e
segue le mie direttive: si tratta di un aspetto molto importante. Se da un
lato ci manca un po’ di esperienza, dall’altro sono convinto che potremmo
sopperirvi con una buona organizzazione di gioco. L’organico è completo
in ogni ruolo, ma è chiaro che davanti a noi ci sia tanto da fare. Siamo solo
all’inizio».
Giovedì la sgambatura contro il San Fili ha messo in evidenza una buona
circolazione di palla. «Bene per circa 30’, poi ci siamo allungati perdendo
la bussola. Voglio che la squadra capisca come gestire il ritmo del match: è
impensabile andare sempre al massimo. Mi piacerebbe, inoltre, che
migliorassimo nel restare corti tra i reparti, ma ho visto che tutti si
applicano a mettere in atto quanto si prova in allenamento. Abbiamo
imboccato la direzione giusta».
Il giovane allenatore granata, classe 1986, è uno che ha le idee chiare
anche su quanto possa incidere un tecnico tra i dilettanti. «Lo fa quanto nel
professionismo – taglia corto -. L’importante è riuscire a dare alla squadra un’identità in tutte le fasi, così che i calciatori sappiano cosa fare nelle
varie situazioni di gara. Gli attori principali sono loro, che in partita si
muovono in funzione del particolare frangente e degli avversari. Abituarli
a ragionare in base a questi due concetti è un aspetto basilare e sul quale
insieme allo staff stiamo insistendo giorno dopo giorno».