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La decisione della commissaria prefettizia Antonella Baldari di attenersi alle linee guida del governo, ovvero di rientrare a scuola il 10 gennaio, non era piaciuta alla città di Belvedere Marittimo e soprattutto ai genitori degli alunni, che nei vari gruppi social avevano manifestato apertamente la volontà di non mandare i propri figli in aula. Il motivo è presto detto. Qualche giorno fa la comunità Alto tirrenica ha fatto segnare il record di 226 contagi Covid, anche se per fortuna l’ultimo bollettino di ieri parla di un lieve calo. I casi, comunque, restano alti e tra le famiglie dilaga la paura. Risultato: gli studenti, fatta eccezione per uno sparuto gruppo, restano a casa.
Tempo sprecato
Contrariamente agli altri studenti del Tirreno cosentino, che seguono la dad per volontà dei sindaci che hanno rinviato di qualche giorno il ritorno in classe, agli studenti belvederesi è stato imposto il rientro in presenza, ma ad oggi la situazione non è delle migliori. La stragrande maggioranza degli studenti dei licei belvederesi, provenienti da oltre venti paesi della costa tirrenica, diserta le lezioni e non può seguire la didattica a distanza, perché non risulta attiva. Al terzo giorno di caos, e con pochissimi studenti presenti nelle aule su centinaia di iscritti, dagli istituti non arriva alcun commento.
Il parere della scuola
Per capire quale sia il punto di vista della scuola, abbiamo chiesto lumi alla vicepreside Gabriella Corcione. «La nostra scuola in questo momento è aperta – ci dice al telefono -, anzi, proprio in questo momento stiamo svolgendo le lezioni pomeridiane nel liceo musicale. Noi docenti continuiamo a garantire il servizio e non possiamo che attenerci alle leggi». Poi continua: «La commissaria ha scelto di seguire le direttive del governo e noi siamo tornati in classe lo scorso 10 gennaio come da disposizioni». Non si poteva fare altrimenti, ma la conseguenza è che la dad non si farà. «Le regole sono molto chiare in merito. Per attivarla dovremmo essere in lockdown generale o avere tre casi Covid nella stessa classe, che al momento non ci risultano, e anche il quel caso la dad si applicherebbe alla singola classe e non all’intero istituto». Non ci sono opzioni, agli alunni non resta che vincere la paura del contagio e tornare a sedere tra i banchi del liceo.