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Il giudice del tribunale di Cosenza, Urania Granata– nella tarda serata di ieri, ha emesso una sentenza assolutoria perché “il fatto contestato non sussiste” nei confronti di un carabiniere, M. G., difeso dall’avvocato Pierluigi Pugliese, all’epoca dei fatti, risalenti al gennaio del 2018, in servizio – con il grado di appuntato scelto – presso la Stazione di Celico.
L’imputato era accusato dei gravissimi reati di violenza in danno di un medico del Servizio di Continuità Assistenziale, al fine di costringerlo, secondo la originaria prospettazione accusatoria, a rilasciare una certificazione sanitaria non veritiera e di falso in atto pubblico fidefaciente in concorso- artt. 476 e 479 c.p. Il primo, presuntivamente, aggravato dalla cosiddetta “minorata difesa” .
All’esito di lunga ed articolata istruttoria dibattimentale, caratterizzata dall’escussione di numerosi testi e consulenti tecnici, il Tribunale di Cosenza, accogliendo le articolate ed approfondite istanze della difesa e le argomentazioni esposte dall’imputato, il quale ha chiesto di essere sottoposto ad esame ed ha rilasciato dettagliate dichiarazioni spontanee, ha assolto l’imputato da tutte le contestazioni mossegli, attestando, quindi, correttezza e liceità della condotta posta in essere, dallo stesso, al momento dei fatti, con un provvedimento reiettivo della richiesta della pubblica accusa che ne aveva invocato la condanna a 3 anni e 7 mesi di reclusione.
Grande soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Pierluigi Pugliese, in uno al suo Assistito, per il risultato conseguito che, sulla base delle emergenze e risultanze acquisite nel contraddittorio delle parti ed in ossequio al principio della oralità del dibattimento, decreta, per un verso, la fine di un incubo durato quasi 5 anni ed iniziato, finanche, con l’applicazione di misura cautelare e, per l’atro, attesta esemplarità e linearità del comportamento tenuto dall’appartenente, da più di 30 anni e sempre con note personali di eccellenza, alla Benemerita Arma dei Carabinieri.