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C’è anche Enza Bruno Bossio tra i soggetti “spiati” dai finanzieri cosentini arrestati ieri per corruzione e accesso abusivo ai sistemi informatici dell’Inps. I dati riservati relativi alla sua posizione reddituale e previdenziale sono stati carpiti nel periodo in cui la donna sedeva ancora in Parlamento. Le ragioni di tale interesse verso l’allora deputata del Pd non sono chiare, proprio come oscura è l’operazione analoga che ha riguardato diciassette delle persone coinvolte nell’inchiesta antimafia “Reset”.
L’unica certezza è la loro privacy non è stata violata per motivi d’ufficio poiché a nessuno dei militari in questione erano state assegnate deleghe d’indagine di questo tipo. Per il resto, invece, la monumentale opera di acquisizione dei dati di quasi 180mila contribuenti sparsi in tutta Italia, messa in atto dai tre indagati, secondo la Procura di Catanzaro seguiva una logica ben precisa: favorire la società di business information dell’avvocato cosentino Domenico Quaglio, finito anche lui ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta.