Non solo la condotta idrica, ma anche quella sottomarina è destinata ad avere strascichi penalmente rilevanti, dopo l’indagine della procura di Paola, denominata “Archimede”, che nella giornata di ieri ha portato all’esecuzione di dieci misure cautelari, emesse dal gip del tribunale di Paola, Rosamaria Mesiti, a seguito delle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Scalea e dai carabinieri forestali di Orsomarso. Un impegno investigativo non indifferente che ha permesso di far emergere il mal funzionamento degli impianti di depurazione dei comuni di San Nicola Arcella e Buonvicino. Un’inchiesta, quella coordinata dal procuratore capo Pierpaolo Bruni, che parte da Diamante, con la figura di Pasqualino De Summa che ritroviamo in più ipotesi di reato. 

La condotta sottomarina di San Nicola Arcella

La vicenda di cui trattiamo in questo servizio riguarda, come detto, la condotta sottomarina di San Nicola Arcella, uno dei posti più incantevoli dell’Alto Tirreno cosentino, dove il turismo è tra le maggiori fonti di guadagno per gli operanti del settore. Dalle carte dell’inchiesta emerge che la mattina dell’11 maggio del 2020, i carabinieri forestali di Orsomarso eseguono un controllo all’interno dell’impianto di depurazione comunale di San Nicola Arcella, situato in località “Canal Grande” per verificare il corretto funzionamento dello stesso e le modalità di scarico delle acque reflue. I carabinieri constatano la presenza di uno scarico non autorizzato all’interno del “Canal Grande”, attivato dal gestore a seguito del danneggiamento della condotta sottomarina, regolarmente autorizzata, ottenuto mediate l’utilizzo di una condotta precedentemente occlusa con tappi di calcestruzzo. 

Maria Mandato, in qualità di gestore, e il suo dipendente, Virgilio Cordero, erano stati deferiti per impedimento del controllo, «sebbene dall’esito dell’attività tecnica posta in essere, relativamente al reato di frode nelle pubbliche forniture, emergeva che tutti i dipendenti della Mandato avevano proceduto materialmente alla rimozione del tappo di calcestruzzo per consentire al gestore di versare le acque reflue in una condotta non autorizzata». 

L’intercettazione telefonica

Il gip Mesiti, nella valutazione del caso specifico, precisa che le analisi effettuate dall’Arpacal hanno evidenziato la normalità dei valori rispetto a quelli indicati, ma comunque i dati erano incompleti. La preoccupazione di Maria Mandato si manifesta in due circostanze, sia quando parla con Pasqualino De Summa sull’imminente arrivo della stagione estiva che comportava un notevole aumento degli utenti con conseguente sovraccarico per l’impianto di depurazione, e sia quando discute con Maurizio Giuseppe Arieta, della rottura della condotta sottomarina.

In questo caso, il dirigente del comune di San Nicola Arcella, afferma che «se non sia mai… se non sia mai un ragazzino si va a bere quell’acqua la… non… non succe…» e la Mandato risponde: «Allora io… io domani faccio una cosa… domani ci metto gli operai tutti e quattro, dalla mattina alla sera, scasso e scarico in canale, perché non possiamo… non sia mai la Madonna… non possiamo rischià che quelli non sia mai… si pigliano un’infezione noi siamo fregati… perché è acqua disinfettata si, però non è che è proprio acqua di depuratore quella!».