La resa dei conti. La magistratura italiana è pronta a un nuovo “repulisti” dopo aver cacciato Luca Palamara, ex pm della procura di Roma e già presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati. L’inchiesta è quella della procura di Perugia che nel 2019 aveva iscritto l’ex magistrato nel registro degli indagati per il reato di corruzione. Una vicenda ancora tutta da chiarire. (LEGGI QUI)

Luca Palamara ha già pagato il conto, almeno a livello disciplinare, ma come lui rischiano altri 27 magistrati, finiti nel mirino del procuratore generale presso la Corte di Cassazione, Giovanni Salvi, colui il quale che promuove l’azione disciplinare insieme al ministro della Giustizia. L’anticipazione è dell’Espresso che, in un articolo dettagliato, pubblica una parte dei nomi e le rispettive incolpazioni che potrebbero pesare come un macigno sui togati colpiti dal “caso Palamara”. Tra questi, ci sono due magistrati calabresi: Tommasina Cotroneo (presidente della sezione gip-gup del tribunale di Reggio Calabria) e Massimo Forciniti (presidente della sezione penale del tribunale di Crotone).

Le contestazioni ai magistrati calabresi

Secondo quanto riporta l’Espresso, Tommasina Cotroneo avrebbe «tenuto un comportamento gravemente scorretto nei confronti dei magistrati che avevano presentato domanda per presidente di sezione del Tribunale di Reggio Calabria, al quale lei stessa concorreva, prospettando a Palamara la strategia da seguire al fine di prevalere su Kate Tassone e Daniele Cappuccio, consistente nella reiterata denigrazione di questi ultimi». (LEGGI QUI LA CHAT TRA COTRONEO E PALAMARA)

Nel caso di Massimo Forciniti, ex consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura, il procuratore generale Giovanni Salvi ritiene che, insieme a Claudio Maria Galoppi (magistrato fuori solo e attuale consigliere giuridico presidenza del Senato), abbiano sollecitato un emendamento alla legge di stabilità del 2017 poi presentato dall’onorevole Paolo Tancredi: «Nell’occasione dopo aver ispirato e messo a punto il testo dell’emendamento, Forciniti, Galoppi e Palamara, avviavano varie interlocuzioni con parlamentari… la norma da modificare impediva loro di essere nominati ad un ufficio direttivo prima del decorso di un anno dalla cessazione dalla carica di consigliere Csm». (LEGGI L’INTERROGATORIO DI FORCINITI)

Chi sono gli altri 24 magistrati “incolpati” dal procuratore Salvi

Tra i magistrati finiti sotto accusa ci sono anche Maria Vittoria Caprara, giudice del tribunale di Roma, Cesare Sirignano, ex pm della Direzione Nazionale Antimafia, Fiammetta Palmieri, magistrato fuori ruolo e attualmente in servizio presso la Presidenza del Consiglio nel Dipartimento degli affari giuridici e legislativi, Marco Canepa, presidente di sezione del tribunale di Savona, Roberto Ceroni, pm di Bologna, Paolo Auriemma, procuratore capo di Viterbo, Valerio Fracassi, presidente della sezione gip del tribunale di Brindisi, Vittorio Masia, presidente del tribunale di Brescia, Stefano Pizza, pm di Roma, Marilena Rizzo, presidente del tribunale di Firenze, Alessia Sinatra, magistrato di Palermo e Marco Mancinetti, giudice del tribunale di Roma. 

Tuttavia, nell’elenco dei magistrati “incolpati” dovrebbero esserci altri calabresi, tra chi è attualmente in servizio in Calabria e chi svolge ruoli importanti nel resto del Paese. Rimane il fatto che il procuratore Giovanni Salvi vuole andare fino in fondo alla questione Palamara.