E’ tornata a Cosenza nelle vesti di indagata e non di rappresentante dello Stato. L’ex prefetto Paola Galeone, sospesa dal Viminale e accusata di induzione indebita a dare o promettere utilità, questa mattina è stata interrogata per quasi due ore dal giudice per l’indagini preliminare di Cosenza, Letizia Benigno, che il 2 gennaio scorso ha applicato la misura degli arresti domiciliari, così come richiesto dalla procura di Cosenza, rappresentata dal procuratore capo Mario Spagnuolo.

Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, Paola Galeone era accompagnata dai suoi legali, Nicola Carratelli e Franco Sammarco. Secondo quanto trapela, l’ex prefetto di Cosenza ha risposto a tutte le domande del gip, fornendo una sua versione di fatti in merito alla fattura falsa, denunciata da Cinzia Falcone, presidente di Animed. «I rapporti tra il prefetto e la signora Falcone sono sempre stati cordiali» riferiscono i legali. Tuttavia, nell’inchiesta ora entra anche la questione del Cas di Camigliatello Silano. Infatti Cinzia Falcone vanta un credito di circa 300mila euro con la prefettura di Cosenza e gli inquirenti intendono approfondire questa tematiche investigativa.

Paola Galeone ha risposto alle domande del gip di Cosenza

L’avvocato Franco Sammarco, inoltre, uscendo dal tribunale di Cosenza, ha dichiarato ai giornalisti presenti che «non posso rivelare particolari ma in ogni caso la dottoressa Galeone ha fornito una versione realistica dei fatti» aggiungendo che l’ex prefetto di Cosenza «non sta benissimo perché è un prefetto che si trova in questo momento nella situazione che conoscete, peraltro con una particolare attenzione degli organi di informazione, anche fuori regione, direi anche un po’ innaturale, però si difende». L’avvocato Franco Sammarco, infine, fa riferimento ad «un’informazione troppo pilotata». I legali, dopo la decisione del gip, valuteranno se ricorrere al tribunale del Riesame.