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Roberto Porcaro è l’argomento del giorno. La cronaca giudiziaria si arricchisce di un nuovo pentito che sta vuotando il sacco da circa un mese. Ha iniziato a collaborare con la Dda di Catanzaro, probabilmente dopo l’intervento chirurgico a cui si è sottoposto. Una decisione che ha scatenato il panico negli ambienti della malavita cosentina. Insomma, chi frequenta quel “mondo” teme che Porcaro possa tirarlo in mezzo in fatti-reato da illustrare ai pm antimafia di Catanzaro. (ASCOLTA LA VOCE DEL PENTITO)
Ma sullo sfondo c’è anche la procura di Reggio Calabria interessata a questo pentimento che riguarda non solo il circondario di Cosenza, bensì sia la fascia tirrenica cosentina, vedi i rapporti con Francesco Suriano, che la zona della piana di Sibari. In tal senso, il coinvolgimento dei magistrati in servizio presso la Dda di Catanzaro – quelli assegnati alla provincia di Cosenza – è pressoché totale. Tutti sono “chiamati in causa”, poiché le dichiarazioni di Porcaro potranno aprire nuovi scenari investigativi. Troppo alto il livello della sua caratura criminale per pensare che la collaborazione con la giustizia possa rappresentare un piccolo passo verso altre verità processuali.
Oggi sappiamo che nell’indagine “Reset“, Roberto Porcaro è accusato di 33 capi d’imputazione, che vanno dall’associazione mafiosa all’estorsione. Ma c’è tanto altro. Porcaro “dice” 33. E fino ad oggi deve scontare oltre 26 anni di carcere ricostruisce le dinamiche mafiose di Cosenza e dintorni. Gli ultimi pentiti, Ivan Barone e Danilo Turboli, hanno riempito tantissime pagine di fogli A4, raccontanto le malefatte del neo collaboratore di giustizia.
Al momento, Porcaro ha oltre 26 anni di carcere da scontare. Venti li ha presi nel processo “Crypto“, ed è probabile che la pena possa scendere se dovesse essere ritenuto credibile dalla Dda di Reggio Calabria, mentre in “Testa di Serpente“, ottenendo un concordato in appello, ha “portato a casa” una condanna a 6 anni, 5 mesi e 23 giorni di reclusione. E ancora manca la contestazione degli italiani sul presunto narcotraffico.