Il giudice monocratico Iole Vigna, nella giornata del 20 ottobre 2022, ha emesso la sentenza di primo grado del processo “Factotum“. Si tratta dell’inchiesta della procura di Cosenza contro lo spaccio di droga in città, usura e truffe assicurative. Le indagini, venute alla luce nel 2017, erano state coordinate dal procuratore capo Mario Spagnuolo e dal pubblico ministero Giuseppe Cozzolino, titolare del procedimento.

Nel dispositivo di primo grado figurano 11 condanne, 4 prescrizioni e 5 assoluzioni. Nel corso della sua requisitoria, il magistrato Giuseppe Cozzolino, aveva chiesto un verdetto di colpevolezza nei confronti di 13 persone.

Processo “Factotum”, la sentenza di primo grado

Le sentenze di condanne, lette dal giudice Iole Vigna, riguardano Mario Malizia (1 anno), Gennaro Spadaro (2 anni e 516 euro di multa), Salvatore Russo (1 anno e quattro mesi, e 400 euro di multa), Valentino Travo (1 anno e 4 mesi, e 400 euro di multa), Nives Nisticò (4 mesi e 200 euro di multa), Saverino Turano (4 mesi e 200 euro di multa), Angelo Paolo Gabriele (8 mesi e 1200 euro di multa), Andrea Palumbo (4 mesi e 800 euro di multa), Franco Frontino (8 mesi e 2000 euro di multa), Salvatore Mauro Pometti (8 mesi e 2000 euro di multa), Antonello Vetere (1 anno e 3 mesi e 1800 euro di multa).

Non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei riguardi di Giuseppe Foggetti (difeso dall’avvocato Maurizio Nucci), Vincenzino Scaglione, Gianluigi Scaglione, Nives Nisticò (per altri due capi d’accusa), Miriam Bartolomeo.

Assolti invece Antonello Staccuneddu, Gennaro Spadaro (per altri due capi d’imputazione), Antonino Nesci, Gabriele Gallo e Nives Nisticò (per un altro capo della rubrica imputativa), Gianluca Filice (difeso dagli avvocati Linda Boscaglia e Cristian Bilotta), Angelo Paolo Gabriele (per un altro capo d’imputazione), Andrea Palumbo, Franco Frontino (per altri due capi d’imputazione), Antonello Vetere (per un altro capo d’accusa) e Luca Gencarelli, tutti perché il fatto non sussiste.

Nel collegio difensivo figurano gli avvocati Gianpiero Calabrese, Antonio Iaconetti, Fabio Parise, Maurizio Nucci, Linda Boscaglia, Cristian Bilotta, Rosa Cosentino, Cristian Cristiano e Cesare Badolato.

Processo “Factotum”, la genesi investigativa

Gli accertamenti investigativi, a cura della guardia di Finanza e della polizia stradale di Cosenza, avevano svelato “una fitta rete di traffici illeciti, intrecciata con le trame dello spaccio di stupefacenti, dell’usura, di altri gravi reati e tesa a prosciugare ogni risorsa economica di vittime indifese, in alcuni casi costrette ad impegnare tutto il loro stipendio per far fronte ai debiti assunti con gli spacciatori”, scriveva all’epoca il gip del tribunale di Cosenza, Francesco Lugi Branda.

Per il giudice cautelare, inoltre, chi era coinvolto nel capitolo della droga agiva «con assoluta spregiudicatezza e tranquillità. Ne sono un esempio i personaggi che si ritrovano nel garage di Alfredo Albanito, trasformato in circolo dello spaccio, per pianificare le modalità delle cessioni, il taglio da effettuare, il confezionamento e il peso delle dosi in modo da ricavarne un maggior numero; l’offerta anche a domicilio in favore di professionisti, o addirittura quella elargita ai clienti affidati di un agriturismo a coronamento di serate e festeggiamenti».

Diciotto erano gli imputati che in udienza preliminare avevano optato per il rito ordinario, ma la stragrande maggioranza degli inquisiti – trentotto in tutto – aveva patteggiato la pena nella fase delle indagini preliminari.