Il prossimo 17 luglio scadrà il termine per gli imputati sulla scelta del rito da intraprendere in vista del primo giudizio di merito. La stragrande maggioranza di essi, però, ha già deciso. Parliamo tuttavia di meno della metà degli imputati. Ad oggi infatti sono 93 (su 245) le persone che hanno optato per un rito alternativo, alle quali se ne aggiungeranno probabilmente un’altra decina, arrivando su per giù a centro. Un dato inusuale per un processo antimafia, dove spesso gli imputati che seguono la strada dell’abbreviato è in numero decisamente superiore a chi fa il rito ordinario. Era già successo comunque in Rinascita Scott, dove l’istruttoria dibattimentale ha riguardato 337 imputati.

“Reset”, in abbreviato tutte le figure apicali della ‘ndrangheta cosentina

Meno del 50% quindi entro la fine del 2023 conoscerà le valutazioni del gup Fabiana Giacchetti, deputata sia ad emettere i rinvii a giudizio o eventuali proscioglimenti che a condannare o assolvere coloro i quali hanno seguito un altro percorso processuale. Rito abbreviato che, allo stato attuale, comprende quasi tutte le figure apicali della ‘ndrangheta cosentina, sia quella riconducibile al clan degli italiani di Cosenza che a quella della presunta cosca degli Abbruzzese “Banana”. Già dalle prime tre sedute dell’udienza preliminare si è intuito quale sia il pensiero di chi oggi è accusato di far parte della ‘ndrina cosentina. Patitucci e Di Puppo non hanno negato di essere operativi in tale ambito, soprattutto in virtù delle precedenti sentenze di condanna che ne avevano accertato la partecipazione, ma hanno inteso lanciare un messaggio circa la confederazione, dichiarando che non ci sarebbe stata alcuna alleanza con gli “zingari”.

Il ruolo dei pentiti e la prima data del rito ordinario

I pentiti di ‘ndrangheta, come ha evidenziato nel suo intervento il pubblico ministero Vito Valerio, hanno detto esattamente il contrario, sostenendo che tutti i clan cosentini – italiani e “zingari” – erano confederati tra loro, avendo un’unica “bacinella” dove versare i proventi illeciti derivanti dalle attività criminali poste in essere ai danni di commercianti e imprenditori. Dal 1 settembre ad oggi sono cambiati anche i numeri dei collaboratori di giustizia, con l’aggiunta di Ivan Barone e Roberto Porcaro, ex “reggente” del clan “Lanzino” di Cosenza. Senza dimenticare il breve periodo di Danilo Turboli. Sia quelli precedenti che i nuovi, hanno parlato degli affari “sporchi” in comune tra le varie cosche. La Cassazione, inoltre, sul punto non ha rilevato criticità, ad eccezione di quelle poche posizioni per le quali sono state emesse annullamenti con rinvio e senza rinvio. La “partita” dunque si giocherò sia in “fatto” che in “diritto”.

Intanto, la rinuncia di Marcello Manna a passare dall’udienza preliminare ha determinato di fatto la prima data in cui inizierà il processo ordinario. Coloro i quali verranno rinviati a giudizio si troveranno il 2 ottobre 2023 davanti al tribunale collegiale di Cosenza insieme all’ex sindaco di Rende. Dove? Quasi certamente nell’aula bunker di Lamezia Terme.