È una intervista a tutto campo quella rilasciata al nostro network da Giacomo Mancini, parlamentare per due legislature, già assessore regionale e attualmente membro della direzione regionale del Pd della Calabria e vicepresidente della Fondazione intitolata all’indimenticato leader socialista di cui anch’egli porta il nome.

Un baluardo di cultura per la città di Cosenza, la Fondazione Mancini, la cui sede è situata nel cuore del centro storico. Uno spazio che ospita periodicamente interessanti approfondimenti, ricerche, presentazione di libri «e che periodicamente – ricorda Mancini jr - pubblica delle monografie o degli studi su personaggi e vicende importanti della storia del nostro Paese, avendo come punto di partenza l'azione socialista e di Giacomo Mancini in particolare. Perché la storia è fondamentale, va studiata, approfondita, conosciuta, divulgata e da questo punto di vista la Fondazione, tra gli istituti culturali del nostro Paese, è uno tra i più attivi.

Inoltre – annuncia - nel 2026 avremo un appuntamento di spessore in coincidenza con l'anniversario dei 150 anni della nascita di Pietro Mancini, primo deputato socialista della Calabria, tra i fondatori del socialismo meridionale; è stato ministro nei primi governi repubblicani e prefetto di Cosenza dopo la Liberazione. La Fondazione vuole onorare questa data con una serie di pubblicazioni, tra cui la storia di Pietro Mancini a fumetti, scritta quindi con un linguaggio più fruibile per i giovani. Poiché tra i nostri obiettivi vi è anche quello di far conoscere questa figura istituzionale alle nuove generazioni».

Il membro della Direzione regionale del Partito democratico propone di spostare nel centro storico di Cosenza le facoltà umanistiche dell'Unical

Da dirigente politico Giacomo Mancini jr non ha mancato di intervenire nel recente dibattito relativo alla decisione di costruire a Rende, nei pressi dell’Università della Calabria, il nuovo ospedale destinato a sostituire l’Annunziata. E nei confronti dell’amministrazione di palazzo dei Bruzi guidata da Franz Caruso, non ha usato parole tenere: «Per il capoluogo bruzio è stata una ferita. Caruso non ha toccato palla consentendo la sottrazione di funzioni fondamentali alla comunità cosentina, senza avviare le necessarie interlocuzioni istituzionali per definire altre eventuali soluzioni che non impoverissero la città capoluogo delle sue funzioni. E se una città perde funzioni, purtroppo, è condannata a morire.

Ovviamente so perfettamente che vi sono dinamiche di politica sanitaria sulle quali è giusto e doveroso discutere. E però se per una connotazione legata all’istituzione del corso di laurea in medicina all’Unical, si sceglie di portare l’ospedale vicino l’ateneo allora si poteva ragionare sulla possibilità di trasferire tutte le facoltà umanistiche nel centro storico di Cosenza dove ogni parete profuma di una storia lunga 3.500 anni. Un'operazione del genere avrebbe consentito di non far perdere funzioni alla città capoluogo. Del resto, per misurare il declino di Cosenza basta vedere i dati della popolazione residente. Dal 2019 ha perso 3.500 abitanti. E se il processo non sarà interrotto, questo declino sarà destinato a proseguire».