Il vicesindaco e la consigliere comunale raccontano di domande fuori tema non previste nel bando: «Segnaleremo quanto accaduto nelle sedi opportune, a tutela di tutti i partecipanti»
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Senza fine la polemica tra la dirigenza dell’istituto Casa Serena e l’amministrazione comunale di Cassano All’Ionio, un caso anche politico dove l’assunzione di sette operatori sociosanitari a tempo indeterminato sta sollevando un acceso dibattito circa la legittimità delle modalità delle selezioni, il tutto circoscritto a comunicati diffusi dall’una e dall’altra parte, oltre a quelli di gruppi politici della città.
La puntata, l’ultima in ordine cronologico ma che non concluderà, chiaramente, la “serie” più seguita in città, pone al centro della questione, le modalità di svolgimento del colloquio, giudicate opache e irregolari dall'amministrazione locale.
Ma prim’ancora di passate all’ultimo atto “sospetto” denunciato, è giusto ricordare, in sintesi, la vicenda. Tutto inizia con la richiesta del Comune di sospendere la selezione, avanzata per presunte "irregolarità" nella procedura.
Noncurante della richiesta e fortemente convinto della legittimità, Antonio Golia, presidente di Casa Serena, ignorando la diffida, ha proseguito con le prove in programma, fissando i colloqui e svolti nella mattinata di venerdì 22 agosto. Alla selezione hanno preso parte 35 aspiranti (25 donne e 10 uomini) e il cui esito è stato pubblicato sul sito ufficiale dell’ente il 23 agosto in cui si proclamano i 7 vincitori.
Tornando a quanto raccolto, a fronte della decisione di proseguire nell’iter di selezione con la seduta del colloquio orale dei candidati, la stessa decisione ha spinto il vicesindaco Giuseppe La Regina e la consigliera comunale Chiara Alario, da precisare che presenti senza alcun ruolo istituzionale ma come semplici cittadini per come consentito nelle selezioni pubbliche, a presenziare direttamente per "vigilare e garantire trasparenza" i quali hanno “raccontato” pubblicamente le criticità per quanto osservato affidando il tutto al potente strumento dei social.
La Regina e Alario hanno raccontato di aver assistito a un colloquio ben diverso da quello che ci si aspetterebbe per un ruolo così specifico. Sempre secondo il narrato, ai candidati non venivano poste solo domande tecniche sulle competenze di un OSS, ma anche quesiti di cultura generale, come "Chi ha scritto il Gattopardo?", o "Che opera ha scritto Alessandro Manzoni?". E proprio per queste serie di domande, i due hanno sottolineato che la dinamica era in palese contrasto con quanto si legge nel Bando di Concorso che all’art. 6 (Modalità di Selezione) al paragrafo 5 che prevedeva "domande inerenti alle materie di competenza di un Operatore Socio Sanitario" e la "disciplina del Contratto personale UNEBA".
AI candidati venivano poste tre domande, tutte scelte con sorteggio di “buste” una diversa dall’altra ma tra le quali “apparivano” a sorpresa i riferimenti alla cultura generale. Notando la discrasia e ponendola come pregiudicante, a La Regina e Alario la commissione esaminatrice, per quanto emerge nello scritto reso disponibile sul social, avrebbe giustificato la scelta sostenendo di aver inserito in un verbale interno la previsione di domande di cultura generale e psico-attitudinali spiegando spiegato che le risposte alle domande fuori tema non sarebbero state valutate per la loro correttezza, ma per l'atteggiamento e la "pertinenza" dei candidati. Un documento, però, che, a detta di La Regina e Alario, non risulta depositato sull'albo pretorio e di cui i candidati, intercettati direttamente dai due, non ne erano a conoscenza. Un criterio di valutazione che ha ingigantito i dubbi dei rappresentanti comunali che si sono chiesti: "Come si fa a essere pertinenti su un argomento che non si conosce?".
E ancora. La Regina e Alario hanno anche segnalato che il presidente della commissione, durante i colloqui, interveniva fornendo e spiegando le risposte ai candidati che mostravano incertezza, in particolare su domande ricorrenti ("Che cos’è il Parlamento? Che funzione ha il Parlamento?") che, di fatto, ha creato un evidente vantaggio per i candidati successivi, che potevano apprendere le risposte corrette prima del proprio turno. Pur con domande diverse, se in precedenza si chiede la spiegazione sul Parlamento e nelle risposte e spiegazioni si parla anche delle specificità, è altrettanto chiaro che nella successiva domanda sulla funzione dello stesso, la risposta è già stata elaborata.
Per quanto raccontato da La Regina e Alario, scevri dal ruolo di amministratori ma presenti unicamente come spettatori, la commissione respingeva la richiesta di inserire le proprie osservazioni nel verbale della seduta motivando che, se si verificano irregolarità evidenti o vizi procedurali, il pubblico può segnalarli al presidente della commissione tramite una richiesta formale ma non può intervenire direttamente per scrivere o inserire una nota nel verbale.
Dopo aver assistito in silenzio al resto dei colloqui, La Regina e Alario hanno annunciato l'intenzione di segnalare l'accaduto nelle sedi opportune, a tutela di tutti i partecipanti e in nome della trasparenza. La vicenda, che rischia di avere strascichi legali, evidenzia un contrasto profondo tra le parti che continua ad alimentare la storia sulla validità dell'intera procedura di selezione che probabilmente vivrà di altre appendici.