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Come il vino, fermentano da tempo le voci intorno al nome dell’artista che dovrà salutare il nuovo anno a Cosenza. Ma la situazione, stavolta, è molto intricata e, forse, non a lieto fine, non per tutti almeno. Cerchiamo di ricostruire partendo dalla notizia del cantante che l’ha spuntata, che da principale è scivolata in secondo piano (tra un attimo spiegheremo il perché).
Sarà, con tutta probabilità, Achille Lauro a dare il benvenuto al 2025 a Cosenza. Il suo nome è stato tra i primi a essere messi sul piatto già a metà settembre, ed è rimasto in pole position a lungo anche quando un artista molto noto s’è fatto avanti con un’offerta di quelle difficili da rifiutare.
Il “dio” della dance
Se il mondo della dance fosse l’Olimpo, Gigi D’Agostino sarebbe senz’altro Zeus. Il famosissimo dee-jay e producer, che da quarant’anni smuove masse oceaniche che ballano sotto la sua consolle al ritmo delle sue storiche hit come “l’Amour Toujours“, poteva essere un gran mattatore per il Capodanno di Cosenza e non solo, anche un gran benefattore.
L’artista, infatti, pare avesse espresso il desiderio di devolvere il suo cachet di Capodanno, e parliamo di una cifra che si aggira intorno ai 170mila euro, all’ospedale di Cosenza. Proprio così. Un regalo senza precedenti per questa città, un finale degno di un film di Frank Capra. Ma le cose sono andate diversamente.
L’opzione Gigi Dag, non è stata finalizzata in tempo ed è tramontata perché il Comune di Cosenza ha atteso troppo a lungo prima di sciogliere le riserve, inseguendo forse il sogno di fare una doppietta (l’avevamo anticipato) contando su risorse esterne al Comune.
Troppi dubbi
Ma cosa ha portato a non scegliere subito il Capitano vista la straordinaria possibilità che si era aperta? Pare che l’idea di avere un dee-jay anziché un cantante “classico” non abbia convinto gli affezionati del “concertone”, che con D’Agostino alla consolle anziché al microfono avrebbe perso la sua solita formula. Dunque porte aperte a Lauro, che porterà a Cosenza la sua musica per salutare l’anno nuovo e, per la città, un’occasione perduta.