Il 2025 è stato un anno difficile. La Calabria attraversa contraddizioni profonde, tra il desiderio di riscatto e ferite mai davvero sanate, tra intelligenze vitali e poteri opachi che ancora tentano di orientare destini e coscienze.

Noi abbiamo scelto di raccontare tutto questo da tempo senza filtri, senza sudditanze, senza cercare protezioni. Perché la libertà di stampa non è un ornamento della democrazia: è il suo fondamento. E non è negoziabile.

Siamo stati, e continueremo ad esserlo, le sentinelle di una Calabria che non si rassegna al ruolo di periferia. Abbiamo dato voce a chi denuncia, a chi resiste, a chi vive in silenzio l’ingiustizia quotidiana. Abbiamo incalzato la politica e le istituzioni, chiedendo efficienza, trasparenza, responsabilità. Lo abbiamo fatto sapendo che la verità spesso disturba.

Ma una stampa libera non accarezza il potere: lo guarda negli occhi e lo giudica sui fatti.

In questa regione l’informazione indipendente, per decenni, è apparsa come un sogno fragile. Noi abbiamo scelto di trasformare quel sogno in pratica quotidiana. Raccontiamo la Calabria senza padrini, senza reticenze, senza chiedere permesso. E il pubblico che ci segue cresce ogni giorno, perché riconosce un principio semplice e limpido: LaC non appartiene a nessuno, se non alla verità e ai cittadini.

Ora guardiamo al 2026 alle porte da poche ore. Non può essere un altro anno sospeso. Si governi con coraggio e visione, con responsabilità pubbliche esercitate in modo limpido, sapendo che ogni mandato è servizio e non privilegio.

Noi saremo vigili. Rigorosi con la corruzione, con gli inganni, con chi usa il potere per sé e non per la comunità. Saremo inflessibili nel denunciare ogni forma di criminalità, grande o piccola: la Calabria ha diritto a respirare aria libera, senza timori.

Il nostro impegno è rivolto soprattutto ai giovani. A chi è partito e sogna di tornare. A chi resta e pretende dignità, opportunità, futuro. Per loro serve una classe dirigente: competente, etica, preparata, capace di guardare lontano. Per troppo tempo questa terra ha pagato il prezzo della mediocrità e del conformismo.

Ma la responsabilità non è solo della politica. È di tutti noi cari Calabresi. Delle famiglie, delle scuole, delle imprese, dei corpi intermedi. Di ogni cittadino che sceglie se piegarsi o alzare lo sguardo. Noi, come LaC, continueremo a fare la nostra parte: informazione libera e formazione civile.

Non cerchiamo consenso: cerchiamo verità. Non rincorriamo le mode: difendiamo i diritti. Perché la Calabria non è un luogo minore, né una terra condannata. È una comunità viva, ed orgogliosa dei propri valori e della propria identità, che può e deve rinascere.

Il nostro augurio per il 2026 è semplice e grande: una Calabria libera, governata bene, raccontata con onestà, abitata da cittadini consapevoli. Noi ci saremo anche in questo nuovo anno. Ogni giorno. Con coraggio, con passione, con senso dello Stato e della giustizia. Perché lo Stato siamo Noi.

Buon 2026 a Noi tutti.

Da una voce libera. Per un popolo libero.

*Editore Network LaC