La settimana appena terminata è stata ricca di eventi, in forte contrasto tra di loro. E si è chiusa con una notizia che ha sconvolto l’intero Paese: quella della bambina rapita.

Ma ora parliamo d’altro. Parliamo del nostro futuro. La svolta americana avrà conseguenze anche sulla Calabria, che non sta vivendo un momento felice. Qui stanno accadendo alcune cose che si tende a nascondere, a minimizzare, non sapendo come gestirle.

E questo è gravissimo. Perché le istituzioni, i governi a tutti i livelli, sono chiamati a gestire, non a fare proclami, non ad andare alla continua caccia di voti.

Perché governare è un’arte difficilissima, ma qualcuno lo deve pur fare. Ben sapendo che «un uomo politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alla prossima generazione». In Calabria ci sarebbe molto da fare, ma ci sono alcuni temi che non possono essere più sottaciuti. Possiamo far finta di non vedere che la Calabria si sta paurosamente svuotando? Possiamo far finta di non conoscere la proiezione dello Svimez sul Mezzogiorno? Eccola: da qui al 2080 la popolazione a sud del Lazio scenderà di 8 milioni di residenti. La Calabria rischia pesantemente di divenire ancora più piccola e fortemente isolata, ancora più povera, e abitata da anziani. Uno scenario terribile che sembra non preoccupare nessuno.
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