L’aula magna del Centro Congressi “Beniamino Andreatta” dell’Università della Calabria si è trasformata in un collage di sogni, conquiste ed emozioni, mentre si è inaugurato con passione e orgoglio il 54º anno accademico, un’occasione per celebrare ciò che siamo diventati e per tracciare la rotta di ciò che diventeremo. È stato un evento che ha vibrato di energia, segnato dalla voce autorevole del rettore uscente Nicola Leone, dall’ispirazione scientifica di Orazio Attanasio e dalla visione strategica di Giovanna Iannantuoni, presidente della Crui, ma anche interrotto e applaudito per una protesta pacifica pro-Palestina che ci ha ricordato quanto l’università sia un luogo vivo, di confronto e di lotta.

Ma torniamo a Nicola Leone, un rettore che sarà ricordato nella storia, che al termine del suo mandato di sei anni, ha preso la parola con il cuore e l’emozione di chi ha guidato un ateneo attraverso sfide epocali, trasformandolo in un faro di eccellenza. Con dati alla mano, ha raccontato un’Unical rinata: un boom di iscritti che testimonia la fiducia delle nuove generazioni, il reclutamento di 15 talenti globali come (ultimo in ordine di tempo) Orazio Attanasio, in arrivo da Yale, e il riconoscimento nazionale come unica università del Sud a ottenere un progetto di eccellenza nelle Scienze sociali e umanistiche. «Abbiamo remato insieme, uniti, nella stessa direzione», ha detto Leone, con la voce carica di emozione, celebrando una comunità accademica che ha saputo trasformare la Calabria in un laboratorio di innovazione e di speranza. Il suo discorso non è stato solo un bilancio, ma è stato un testamento di resistenza, un invito a non smettere mai di credere nel potenziale di questa terra e del suo ateneo.

Poi, il momento clou: la lectio magistralis di Orazio Attanasio, un gigante dell’economia mondiale che dal 1° ottobre 2025 porterà il suo genio all’Unical come professore ordinario di Economia Politica. Con rigore scientifico e un’umanità contagiosa, Attanasio ha parlato di disuguaglianze, di come l’istruzione possa spezzare le catene dei divari territoriali, specialmente nel nostro Sud. Ha intrecciato modelli economici globali con le peculiarità della Calabria, proponendo un approccio empirico che non è solo teoria, ma una chiamata all’azione. Richiamando la sua passione per lo sport, ha paragonato il lavoro accademico a una squadra che vince solo se unita, resistente, determinata. La sua voce ha risuonato come un monito: l’Unical non è solo un’università, ma un ponte tra il sapere universale e le sfide locali, un luogo dove il futuro si costruisce oggi.

Giovanna Iannantuoni, presidente della Crui, ha aggiunto una nota di visione collettiva, esaltando l’Università della Calabria come modello di eccellenza per il Mezzogiorno. Con passione, ha sottolineato il potere della collaborazione tra atenei italiani per affrontare le grandi sfide globali – dal cambiamento climatico all’inclusione sociale. «L’Unical dimostra che il Sud non è solo un luogo di difficoltà, ma di opportunità straordinarie», ha dichiarato, invitando la comunità accademica a proseguire su questa strada di innovazione e sinergia. Il suo discorso è stato un richiamo all’unità, un promemoria che il successo di un’università si misura nella sua capacità di costruire reti e impattare la società.

Ma questo momento di celebrazione è stato attraversato da un’onda di tensione pacifica, quando un gruppo di studenti ha interrotto la cerimonia con una protesta pro-Palestina, sventolando bandiere e striscioni e gridando slogan. L’azione ha fermato per poco i lavori, suscitando reazioni contrastanti e un applauso di tanti. Da un lato, è stata una testimonianza della vitalità di una comunità studentesca che non si limita ad ascoltare, ma vuole far sentire la propria voce su questioni globali. Dall’altro, ha sollevato interrogativi su come canalizzare il dissenso in un dialogo costruttivo. L’università è il luogo del confronto, e questa protesta, pur controversa, ci ricorda che l’Unical è uno spazio vivo, dove le idee si scontrano e si arricchiscono. È una sfida a creare spazi di dibattito strutturato, dove temi complessi come il conflitto israelo-palestinese possano essere affrontati con rispetto e profondità, senza oscurare momenti di unità come questo.

L’Università della Calabria ha dimostrato di essere molto più di un’istituzione: è una comunità che pulsa, che cresce, che si interroga. Con il certificato di eccellenza HRS4R dell’Unione Europea, con i suoi progetti di ricerca all’avanguardia, con talenti come Attanasio e una visione che guarda oltre i confini calabresi, l’Unical è pronta a scrivere un nuovo capitolo. La cerimonia di oggi non è stata solo un arrivederci a Nicola Leone, ma un abbraccio collettivo a un futuro che ci chiama a essere coraggiosi, uniti e visionari. L’Unical non è solo un’università, ma è il cuore pulsante di una Calabria che vuole sognare in grande. E noi, tutti noi, con orgoglio, siamo chiamati a fare parte di questo sogno.

*Documentarista