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“Factotum”, il Riesame revoca gli arresti domiciliari a Franco Iaquinta

I giudici del tribunale della Libertà modificano la misura cautelare all’indagato sottoposto ora all’obbligo di firma. Domani potrà tornare a lavorare nel suo ufficio del Comune di Cosenza. Iaquinta è sospettato di usura. La linea difensiva: mancanza di riscontri rispetto alle presunte somme versate dalla vittima. Il Tribunale della Libertà di Catanzaro nella giornata di

“Factotum”, il Riesame revoca gli arresti domiciliari a Franco Iaquinta

I giudici del tribunale della Libertà modificano la misura cautelare all’indagato sottoposto ora all’obbligo di firma. Domani potrà tornare a lavorare nel suo ufficio del Comune di Cosenza. Iaquinta è sospettato di usura. La linea difensiva: mancanza di riscontri rispetto alle presunte somme versate dalla vittima.

Il Tribunale della Libertà di Catanzaro nella giornata di oggi ha disposto la revoca degli arresti domiciliari a carico di Franco Iaquinta, sospettato di usura ai danni di un soggetto che avrebbe pagato tassi usurai per un valore complessivo di 15mila euro. L’uomo è accusato in concorso con Donovan Falbo che il gip del tribunale di Cosenza Francesco Luigi Branda aveva definito come semplice «intermediario» nella vicenda e per cui non “meritevole” della misura cautelare. Al contrario dell’impiegato del Comune di Cosenza che, da oggi, dovrà presentarsi alla polizia giudiziaria per l’obbligo di firma e naturalmente da domani potrà riprendere a lavorare presso il suo ufficio.

In un incontro svoltosi a Cosenza, nei pressi di piazza Bilotti, la vittima avrebbe conosciuto Iaquinta il quale gli avrebbe manifestato la disponibilità a prestargli la somma di 6mila euro, richiedendo – a dire della persona offesa – «a titolo di interessi la somma mensile di 1500 euro da pagare sino alla completa estinzione del debito ossia sino alla restituzione del capitale di 6mila euro. Mi precisò che il pagamento mensile della rata a titolo di interesse doveva avvenire il giorno 21 di ogni mese». A questo punto, i finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza lo scorso primo aprile misero in atto un sevizio di osservazione volto a verificare le dichiarazioni rese dalla parte offesa in quanto la stessa avrebbe dovuto incontrare in via Panebianco l’indagato. Secondo la pubblica accusa, rappresentata dai sostituti procuratori della Repubblica di Cosenza Giuseppe Cozzolino e Giuseppe Cava, le intercettazioni telefoniche più di ogni altra cosa fotografo bene il presunto prestito a tasso usuraio perpetrato da Iaquinta.

Tuttavia l’avvocato difensore Antonio Ingrosso nel corso dell’udienza svoltasi davanti al Riesame di Catanzaro ha sostenuto l’assoluta mancanza di riscontri rispetto alle sommarie informazioni testimoniali raccolte dagli investigatori: il legale del foro di Cosenza infatti ha fatto notare ai giudici che la vittima non ha sporto alcuna denuncia nei confronti di Iaquinta, né tantomeno vi sarebbe traccia della somma di 15mila euro pagata a titolo usuraio né dei titoli per la cifra di 6mila euro che la persona offesa avrebbe dovuto restituire al suo assistito. Per capirne di più sarà necessario attendere le motivazioni del Riesame. (Antonio Alizzi)

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