domenica,Dicembre 3 2023

Incendio ex Legnochimica, il call center riapre. E Oliverio promette: «Saremo vigili»

Da uno stato di emergenza a uno stato di normalità, almeno si spera. La situazione venutasi a creare nei giorni scorsi nell’area dell’ex Legnochimica di Rende aveva preoccupato sia gli investigatori sia le istituzioni, ma soprattutto i cittadini. L’odore nauseante aveva allarmato così tanto che il sindaco di Rende aveva anche emesso un’ordinanza con prescrizioni

Incendio ex Legnochimica, il call center riapre. E Oliverio promette: «Saremo vigili»

Da uno stato di emergenza a uno stato di normalità, almeno si spera. La situazione venutasi a creare nei giorni scorsi nell’area dell’ex Legnochimica di Rende aveva preoccupato sia gli investigatori sia le istituzioni, ma soprattutto i cittadini. L’odore nauseante aveva allarmato così tanto che il sindaco di Rende aveva anche emesso un’ordinanza con prescrizioni molto severe. E nella giornata di sabato, addirittura, l’azienda “Comdata” aveva chiuso le attività. Oggi tuttavia il call center è stato riaperto.

Sabato scorso nell’area dell’ex Legnochimica erano arrivati il capo della Protezione civile calabrese Carlo Tansi, il prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao, i vigili del fuoco, la polizia municipale, i carabinieri Forestali, la procura di Cosenza e il Governatore della Calabria, Mario Oliverio. Ad “accogliere” investigatori e istituzioni era stato il sindaco Manna.

A fronte di ciò, il presidente della Regione Calabria è intervenuto, spiegando di essere determinato a fare il possibile per risolvere una volta per tutte questo caso. Perché se è vero che un incendio può essere domato, i fumi e il “famoso” odore nauseante non lasciano per nulla sereni gli abitanti della zona e dei comuni limitrofi: vedi Rose e Settimo di Montalto Uffugo.

«Dopo essere stato tenuto costantemente informato sull’evolversi dell’incendio, dal dirigente della Protezione Civile, Carlo Tansi, mi sono recato sul luogo ed ho incontrato anche alcuni cittadini con cui mi sono intrattenuto a parlare, rassicurandoli sul mio impegno personale e su quello della Giunta regionale rispetto ad una situazione non può più essere tollerata oltre», ha dichiarato Oliverio.

«Per quanto riguarda la bonifica del sito, pur non avendo competenze dirette, mi impegnerò perché intervenga il Ministero e risolva questa problematica nel più breve tempo possibile. Non è giusto che le famiglie che abitano in questa zona debbano sopportare tutto questo. Sia chiaro: non sto facendo promesse, ma sto dichiarando la mia piena disponibilità e il mio massimo impegno a fare di tutto perché questa situazione sia ricondotta al più presto alla normalità», ha aggiunto il Governatore.

La zona dell'ex Legnochimica
La zona dell’ex Legnochimica

«Ho parlato a lungo con il sindaco di Rende, Marcello Manna, e con il Prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, che convocherà per martedì prossimo, 13 giugno, una Conferenza dei servizi con tutti gli attori preposti a dare un contributo alla soluzione della problematica (Arpacal, A.S.P. Cosenza, Vigili del Fuoco, Ministero dell’Ambiente, ecc.). Al tavolo, a cui partecipà anche la Regione, si dovranno stabilire modi e tempi per la bonifica radicale del sito».

E ancora: «Se i tempi dovessero essere lunghi, anche solo di un anno, dovremo trovare una soluzione-tampone per mettere in sicurezza il sito. Naturalmente, essendo l’area interessata sotto sequestro è necessaria l’autorizzazione della Procura della Repubblica per l’attuazione di qualsiasi intervento», ha affermato Oliverio.

«La Giunta regionale e la Protezione Civile Calabria sono a completa disposizione per qualsiasi tipo di intervento e collaborazione, ma è il Ministero, che ha la competenza, a dire cosa bisogna fare, impegnando le necessarie risorse, per provvedere alla bonifica ed alla messa in sicurezza definitiva di un’area che rappresenta un serio rischio, essendo collocata nel cuore di un area urbana». 

Insomma dalle parole di Oliverio si capisce che la situazione, oggi tornata alla “normalità”, rimane una priorità. E ciò dimostra che il livello di attenzione è sempre alto. Tra l’altro, sabato pomeriggio l’Arpacal aveva comunicato che «i filtri campionati tra ieri e oggi con l’alto volume evidenziano la presenza di IPA mentre i dati del mezzo mobile sono nella norma». La dottoressa Claudia Tuoto, dirigente del servizio Aria del dipartimento Arpacal di Cosenza, aveva aggiunto: «Stiamo monitorando la zona con un mezzo mobile che è stato installato verso mezzogiorno; inoltre sono in corso le analisi di laboratorio sui campioni di aria, prelevati con l’alto volume tra ieri e oggi». 

MICELI CHIEDE LA BONIFICA. Sul fronte politico, il Movimento Cinque Stelle continua ad insistere sulla necessità di bonificare la zona. «La politica ambientale dell’esecutivo Manna ha fallito su tutti i fronti. L’ennesimo incendio che ha colpito l’area ex Legnochimica si abbatte sull’area industriale e su tutto il perimetro interessato dai fumi producendo effetti devastanti sotto diversi aspetti», ha dichiarato Domenico Miceli.

«Partiamo da quello più importante che riguarda la salute dei cittadini, costretti in case invase da un fumo acre che sta producendo bruciore agli occhi, mal di gola e mal di testa. Ma prendiamo in esame anche gli aspetti economici di questa vicenda, con aziende che nella giornata di oggi hanno chiuso i battenti mandando a casa i dipendenti e producendo perdite considerevoli.

Un caos prevedibilissimo, che si ripete con costanza annuale da quando la Legnochimica ha dismesso ogni attività. Prevedibilissimo ma non per l’esecutivo Manna, impegnato in presentazioni di libri e tagli del nastro ad una gabbia intorno a 4 cassonetti, mentre là fuori la città brucia e chiede soluzioni immediate. Purtroppo anche l’inutile ordinanza – unico “atto dovuto” emesso da Manna – arriva dopo tre giorni dal primo incendio e non risolve assolutamente il problema costringendo gli abitanti a tenere le finestre chiuse con queste alte temperature», ha ribadito il capogruppo grillino in Consiglio comunale.

incendio legnochimica

«Come Movimento 5 Stelle abbiamo prodotto da tempo le nostre osservazioni sul caso, interrogazioni parlamentari, partecipato ad incontri ed eventi, promosso Consigli comunali, suggerito soluzioni a questo esecutivo (prima fra tutte l’iscrizione dei terreni agli oneri reali) che, pur parlando sempre di massima aperture con le minoranze, sui problemi concreti dei cittadini resta chiuso a riccio. Soprattutto abbiamo prodotto due atti stragiudiziali di messa in mora firmati da molti cittadini e un esposto-denuncia sull’omessa bonifica del sito in base alla nuova legge sugli eco-reati.

È del tutto inammissibile che un ente pubblico possa lasciare che la bonifica di un sito inquinato avvenga in tempi così lunghi tali da consentire lo sversamento, la diffusione e la polluzione degli inquinanti nelle aree immediatamente circostanti il sito inquinato. Secondo la nuova legge sugli ecoreati tocca al Comune, alla Regione e al Ministero attivare i poteri di sostituzione dinnanzi un soggetto responsabile che non vuole iniziare la bonifica (e dopo 15 anni ormai è chiaro che la società in liquidazione non farà nulla). La Procura è l’unica che può obbligare, quindi, in virtù della nostra denuncia per omessa bonifica, gli enti amministrativi preposti ad agire immediatamente, visto che politicamente l’amministrazione Manna ha deciso di avere altre priorità, come l’inutile e antieconomica metropolitana.

Ci chiediamo inoltre che fine ha fatto il finanziamento Cipe promesso dal Governo Renzi e festeggiato da Manna come risoluzione immediata al problema dell’inquinamento dell’area ex Legnochimica. Ma ci chiediamo pure quali iniziativa siano state intraprese per dar vigore al percorso di bonifica regionale dell’area inquinata, per come suggerito dalla Commissione Ambiente lo scorso anno di cui, al momento, si sono perse le tracce.

Sul caso ex Legnochimica il tempo delle parole è finito. Manna deve procedere con un crono programma trasparente, deve spiegare alla città quali sono i passi che intende seguire per risolvere il delicato problema. Non può più addossare ogni responsabilità politica sul passato: dopo tre anni di non governo delle criticità non risolte le colpe ricadono tutte su di lui».

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