Nuovi guai per Mimmo Barile, fissato l’interrogatorio di garanzia
Il gip Piero Santese ha fissato l’interrogatorio di garanzia per sentire Mimmo Barile, arrestato ieri dal tribunale di Cosenza perché accusato dalla procura di Cosenza di bancarotta fraudolenta. All’ex consigliere provinciale di Cosenza, nonché imprenditore nel settore alberghiero, sono stati applicati gli arresti domiciliari. Il giudice che ha firmato l’ordinanza cautelare interrogherà Barile il prossimo
Il gip Piero Santese ha fissato l’interrogatorio di garanzia per sentire Mimmo Barile, arrestato ieri dal tribunale di Cosenza perché accusato dalla procura di Cosenza di bancarotta fraudolenta. All’ex consigliere provinciale di Cosenza, nonché imprenditore nel settore alberghiero, sono stati applicati gli arresti domiciliari.
Il giudice che ha firmato l’ordinanza cautelare interrogherà Barile il prossimo 2 ottobre davanti agli avvocati difensori Roberto Le Pera e Francesco Gelsomino che sono al lavoro per disporre la linea difensiva che dovrà smontare le accuse mosse dal pubblico ministero Donatella Donato e dai militari della Guardia di Finanza di Cosenza.
La storia giudiziaria di Barile si interseca con altre tre posizioni nel mirino degli inquirenti. Vale a dire del fratello Ercole, dell’amministratore di diritto della società “Nord Hotel”, dichiarata fallita nel 2014 dal tribunale di Cosenza, e dall’amministratore unico della suddetta società fino al 29 marzo 2014, Gianfranco Tenuta.
Tra i vari elementi che hanno fatto scattare l’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta c’è sicuramente la relazione del curatore fallimentare Alessandra Petrillo, «da cui emergono con chiarezza le condotte distruttive poste in essere» da Mimmo Barile nella gestione del “Nord Hotel”.
Nel ripercorrere le varie tappe dei passaggi di società, il gip ha valutato positivamente la richiesta di sequestro preventivo per equivalente dal valore complessivo di 2 milioni e mezzo di euro a carico di Barile.
Nella relazione della Petrillo si evidenzia «la cronica carenza di liquidità e la corrispondente preponderanza di mezzi a titolo di debito; il sistematico drenaggio di risorse monetarie da parte dei soci, loro congiunti estranei all’impresa, anche effettuato mediante accollo di oneri impropri».
Si legge che «è questo uno dei problemi principali, dal momento che risultano erogate a soggetti terzi, incluse società riconducibili agli stessi soci della “Nord Hotel”, ingenti somme che ammontano complessivamente a oltre 4 milioni di euro». Flussi di denaro monitorati dal 2005 fino ai giorni in cui la società è stata dichiarata fallita dopo l’esito negativo del concordato preventivo. Gestione fallimentare in modo fraudolenta che ha interessato l’hotel Centrale e l’hotel Executive, costruito nel 1992. (Antonio Alizzi)