«Nicolazzi vuole solo danneggiare la mia immagine»
«Le contestazioni sollevate dal sindaco Nicolazzi, per il tramite del suo legale, su una mia presunta incompatibilità con la carica di consigliere regionale sono pretestuose e prive di ogni fondamento giuridico e hanno il solo obiettivo di danneggiare la mia immagine politica». Non ci sta Filippo Maria Pietropaolo a passare per “abusivo” e attribuisce le
«Le contestazioni sollevate dal sindaco Nicolazzi, per il tramite del suo legale, su una mia presunta incompatibilità con la carica di consigliere regionale sono pretestuose e prive di ogni fondamento giuridico e hanno il solo obiettivo di danneggiare la mia immagine politica». Non ci sta Filippo Maria Pietropaolo a passare per “abusivo” e attribuisce le accuse a suo carico alla «vana speranza del candidato non eletto di tentare un ribaltamento di quello straordinario risultato elettorale che mi ha consentito di entrare in Consiglio regionale grazie al consenso ricevuto dai cittadini».
Pietropaolo dà la sua versione dei fatti: «Solo per dovere di chiarezza, e senza scendere nei dettagli, faccio presente che quella che Nicolazzi mi contesta è una situazione di incompatibilità e, come tale, rimovibile». Rimozione che secondo il consigliere sarebbe già avvenuta. «Avendo deciso di dedicarmi per il futuro all’impegno politico senza interferenze di altra natura, già in anticipo mi sono dimesso dalla carica di amministratore unico della società di capitali». La società, aggiunge il neo consigliere regionale, «in via di solo subappalto, può avere qualche relazione con servizi a favore della Regione Calabria. «Sono stato, nei modi previsti dalla legge, già sostituito da un altro soggetto estraneo. Inoltre ho già rimosso ogni altra relazione che potesse dare adito a qualsivoglia strumentale contestazione».
L’esponente di FdI si mostra sicuro delle sue ragioni: «Sono assolutamente sereno e sarò ben lieto di chiarire davanti agli organismi giudiziari competenti la piena legittimità della mia elezione e l’assoluta infondatezza, sia in punto di fatto che di diritto, delle pretese di Nicolazzi».