Spagnuolo: «Carenze igienico-sanitarie all’Annunziata». Indagati anche 5 dirigenti dell’Ao di Cosenza | VIDEO
Spagnuolo: «Abbiamo avanzato richieste cautelari anche nei confronti di funzionari e dirigenti dell'Azienda ospedaliera di Cosenza».
Cinque tra funzionari e dirigenti dell’Azienda ospedaliera di Cosenza sono indagati per i reati di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Su di loro, la procura di Cosenza ha avanzato richiesta di interdizione dai pubblici uffici, misura al vaglio del gip di Cosenza, che deciderà dopo l’interrogatorio di garanzia, come prevede il codice di procedura penale.
Azienda ospedaliera di Cosenza, le parole di Spagnuolo
«Questa mattina sono state eseguite quattro ordinanze di custodia cautelare degli arresti domiciliari» – ovvero per Fabrizio Marchetti, Salvatore Pellegrino, Massimiliano Cozza e Gianluca Scorcelletti – «destinatari della società “Coopservice” che gestisce gli appalti di pulizia dell’Azienda ospedaliera di Cosenza. C’è anche una quinta persona indagata (Monica Fabris, ndr) ma non cautelata. Inoltre abbiamo avanzato richiesta cautelare dell’interdizione dai pubblici uffici nei confronti di cinque dirigenti dell’ospedale “Civile” di Cosenza per i reati di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico» afferma il procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo.
«Il gip ha accolto in pieno le richieste della procura, mentre si è riservato sulla seconda richiesta, all’esito dell’interrogatorio di garanzia, come prevede il codice di procedura penale. Siamo oggettivamente fiducioso delle valutazioni del giudice, in quanti le condotte sono imprescindibile per la realizzazione dei profitti a carico dei dipendenti della società. Il profitto di questa situazione è destinato alla società stessa. E’ la nuova frontiera dei reati economici secondo la quale chi agisce per un immediato tornaconto, se non quello di far crescere la società di cui lavora. La società è leader a livello nazionale nella materia sanitaria».
La genesi dell’inchiesta sull’Azienda ospedaliera di Cosenza
«Questa indagine comincia nel 2018, quando avevamo ricevuto da più parti, anche da sanitari dell’Annunziata, una serie di segnalazioni in ordine al rispetto delle norme igieniche sanitarie all’interno della struttura pubblica di Cosenza. Le ispezioni sono state fatte dal Nas, dallo Spisal, dai carabinieri di Cosenza e dall’ispettorato del Lavoro di Reggio Calabria. In quel periodo avevamo proceduto al sequestro di reparti, di sale operatorie e di altre aree dell’Annunziata. Era un quadro di assoluta gravità, confermato da una recente ispezione del ministero della Sanità, che aveva rilevato le criticità nei reparti di Pronto Soccorso e Ginecologia-Ostetricia» continua Mario Spagnuolo.
«Questa indagine è simile a quella condotta da me quando ero procuratore capo di Vibo Valentia, denominata “Eurocoop“. In questo caso si è mossa anche l’Inps, ma devo dire il lavoro fatto dall’ufficio di procura è stato assolutamente complesso e difficile, ma una parola in più devo spenderla per Cuzzocrea, Fallara e Di Blasi che, sacrificando il loro tempo, ci hanno consentito di vedere le cose per come sono».
I tempi dell’indagine sull’Azienda ospedaliera di Cosenza
«Abbiamo ricostruito il rapporto contrattuale, un lavoro affidato a un’Ati, avvenuta in modo minuziosa. Parliamo di dirigenti dell’Azienda ospedaliera che hanno gestito la predisposizione della gara d’appalto. La società vende il lavoro di persone, per fare servizio di pulizia e servizi integrativi che arrivano fino alla cura del paziente, secondo la figura dei cosiddetti degli operatori socio-sanitari. Questo appalto nel corso del tempo si è ingrossato ed è stato gestito in modo tale da far guadagnare confrontando tra le ore di lavoro effettivamente prestate e quelle fatturate» aggiunge Mario Spagnuolo.
«Potevano fare tutto ciò senza il contributo causale dei pubblici dipendenti? Secondo noi no, ma vedremo cosa deciderà il giudice. Ci sono rapporti univoci, però, visto che contrattualmente la società doveva prestare un software per la gestione dei dipendenti. Si diceva che si era lavorato 100 ed andava bene la dichiarazione su 100. Questa indagine riguarda anche la società e la struttura organizzativa dell’Azienda ospedaliera di Cosenza».
«Annunziata di Cosenza in pessime condizioni igienico-sanitarie»
«L’indagine ci porta dire che questo ospedale è stato tenuto in condizioni igienico-sanitarie scadenti. L’azienda ospedaliera non ha tenuto in nessun conto le segnalazioni dei sanitari che caratterizzavano la vita dei loro reparti. L’altro fatto che emerge in tutta la sua gravità è che lo stesso addetto veniva utilizzato in modo promiscuo. Fare le pulizie e andare in reparto in Malattie Infettive per aiutare il paziente allettato». Sul punto, il procuratore Spagnuolo ha chiarito che «le contestazioni si fermano al 2018, ma sulla questione ci sono indagini in corso».
«E’ un lavoro che va apprezzato perché si tratta di un’inchiesta certosina che davanti alle intercettazioni telefoniche affermano testualmente “ruberia ai danni dell’azienda ospedaliera di Cosenza” che ci fanno vedere una connivenza della struttura pubblica che ci ha permesso di avanzare richiesta al gip. Questa indagine si proietta nel futuro. Altro va trovato, altro è stato trovato».