mercoledì,Dicembre 4 2024

Magistratura, censura Capoccia: decisione rinviata ad ottobre

Nuova udienza davanti alla sezione disciplinare del Csm per il procuratore capo di Crotone, Giuseppe Capoccia. Sentenza ad ottobre.

Magistratura, censura Capoccia: decisione rinviata ad ottobre

Si è svolta ieri la nuova udienza disciplinare davanti al Consiglio Superiore della Magistratura, per il procuratore capo di Crotone, Giuseppe Capoccia, al quale le Sezioni Unite della Corte di Cassazione avevano annullato (con rinvio) la sanzione della censura per una vicenda relativa alla mancata rimozione degli spalti dello Stadio del capoluogo calabrese ricadenti in area di interesse archeologico.

Censura Capoccia, la relazione della Balduini

Il presidente della sezione disciplinare, Alberto Maria Benedetti, prima ha dato la parola alla consigliera relatrice, Maria Tiziana Balduini, che ha illustrato le accuse mosse al capo dell’ufficio di procura di Crotone, relativamente al capo B della rubrica imputativa. Nel caso di specie, infatti, Capoccia è stato incolpato di aver violato i doveri di imparzialità e correttezza poiché nella qualità di procuratore della Repubblica di Crotone aveva omesso l’iscrizione al registro generale delle notizie di reato dei responsabili dell’omessa rimozione delle strutture amovibili dello stadio “Scida”, nonostante fosse al corrente dell’autorizzazione temporanea e della sua imminente scadenza nonché della diffida della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Calabria al Comune di Crotone. 

Se la procura generale contesta le Sezioni Uniti Civili della Cassazione

Poi è toccato al procuratore generale presso la Corte di Cassazione, Giovanni Di Leo argomentare i motivi che hanno portato la pubblica accusa a richiedere di nuovo la censura per Giuseppe Capoccia. Nel corso della requisitoria, però, il procuratore Di Leo ha duramente criticato la sentenza delle Sezioni Unite Civili della Cassazione, affermando che «le sezioni unite» non hanno «capito il funzionamento dei registri penali in procura per cui io insisto nella richiesta di condanna e raccomando alla sezione visto il tema giuridico coinvolto di specificare a questo punto nel merito e con chiarezza quali sono gli obblighi di un procuratore della Repubblica e i limiti della sua facoltà discrezionale in tema di iscrizione, perché il tema coinvolto da questo giudizio in realtà va bene al di là del merito dall’incolpazione al dottor Capoccia».

«In questa materia se analizziamo la giurisprudenza precedente di questa sezione delle Sezioni Unite la giurisprudenza è particolarmente rigorosa, perché si rende conto che è quello che viene in discussione il principio dell’obbligatorietà l’azione penale». Secondo il procuratore generale Giovanni Di Leo, «l’iscrizione a modello 45 in Procura deve essere l’eccezione, non la regola. Il procuratore della Repubblica non è libero di iscrivere i fatti che arrivano alla sua cognizione nel modo in cui ritiene opportuno, è soggetta ad una valutazione discrezionale sì, ma estremamente vincolata per una ragione sistematica, perché l’azione penale è obbligatoria».

Iai critica il procuratore generale

Dopo la discussione della procura generale, l’avvocato Ivano Iai, difensore di Giuseppe Capoccia, ha aspramente criticato le dichiarazioni di Di Leo. «Capisco che la requisitoria del procuratore generale in questa sede è scriminata dal fatto che sia un atto di natura giudiziaria giurisdizionali o comunque afferente alle prerogative della procura generale, però per molto meno avere dissentito rispetto a magistrati che hanno adottato certi provvedimenti, i miei assistiti sono stati messi sotto procedimento disciplinare dalla procura generale», chiaro riferimento al magistrato Otello Lupacchini, processato per aver criticato le indagini della procura di Catanzaro quando era procuratore generale di Catanzaro, «io non posso tollerare come difensore che si dica le Sezioni Unite Civili che non capiscono il codice di procedura penale e non sanno quali regole operino con riferimento all’iscrizione delle notitiae criminis, ex articolo 335, è un fatto che mi dispiace. Considerando il dottor Di Leo una persona intellettualmente onesta e perbene mi sarei atteso tutt’altra requisitoria».

Giuseppe Capoccia, procuratore capo di Crotone

La difesa di Capoccia

«Nessuno ha mai spiegato che cosa io abbia omesso omesso di scrivere» ha detto in apertura il procuratore capo di Crotone, Giuseppe Capoccia, «comunque quali che fosse il reato astrattamente ipotizzabile non prevedeva il tentativo primo perché le contraddizioni non è previsto secondo perché c’era un termine essenziale». «Ero tranquillo» riferendosi al presidente della sezione disciplinare, «non dovevo assumere nessuna iniziativa perché la Soprintendenza in una voglia dimostrare d’essere più diligente che mai… quando mai… il dottor Pagano è sotto processo, settimana prossima ci sarà la sentenza per una lottizzazione che si sono lasciata scappare a “Punta Scifo”, 84 villette in zona vincolata archeologicamente, e loro sono sono lasciato scappare con il silenzio assenso. E meno male che sono uno che non guarda le carte e poi non si studia le cose…» ha detto ironicamente Capoccia.

«La Soprintendenza aveva interessato direttamente i carabinieri di Crotone e il TPC di Cosenza, aveva interessato direttamente con nota del 30 luglio “si chiede ai carabinieri di vigilare sull’immediata esecuzione dello smontaggio”, così la Soprintendenza prende atto che il sindaco ha ordinato lo smontaggio tant’è che l’atto successivo dice “controllate che stiano smontando”». 

Secondo Capoccia questa cosa era «una garanzia, non dovevo andare a cercare la notizia di reato, a me era arrivata per conoscenza, se avessero mandato una notizia di reato “non stanno smontando”, allora c’era la notizia di reato e quindi avrei passato quel 45 a 44 o a 21 direttamente». E spiega: «Il trenta di luglio i carabinieri di Crotone dicono “non ravvisiamo nessun reato”» e domanda «quale sarebbe stata la mia omissione? Quella di non passeggiare per la provincia di Crotone per vedere se lo stadio si smontava? Io provo a fare il procuratore non faccio mica il carabiniere di quartiere che passeggia per vedere se i cantieri vengono realizzati secondo le norme».

L’avvocato Ivano Iai, che discuterà il prossimo 22 ottobre, aveva chiesto di anticipare la prossima udienza, in quanto su Giuseppe Capoccia incombe il parere del Consiglio giudiziario di Catanzaro, per la conferma o meno del ruolo di procuratore capo di Crotone. Sentenza prevista per il 22 ottobre 2021.

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