sabato,Ottobre 5 2024

Castrolibero, cosche e politica: il processo entra nel vivo

Sentito uno dei carabinieri che ha partecipato alle indagini sui presunti rapporti tra il clan "Bruni-zingari" e l'ex amministrazione comunale di Castrolibero. A processo ci sono Orlandino Greco e Aldo Figliuzzi.

Castrolibero, cosche e politica: il processo entra nel vivo

Il processo sui presunti rapporti tra la cosca “Bruni-zingari” e l’ex amministrazione comunale di Castrolibero oggi è entrato finalmente nel vivo con l’escussione del maresciallo maggiore dei carabinieri di Cosenza, Raffaele Letizia, il quale ha ricostruito la fase delle indagini preliminari, coordinate all’epoca dal magistrato antimafia Pierpaolo Bruni, attuale procuratore capo di Paola.

A processo ci sono l’ex consigliere regionale Orlandino Greco e l’ex vice sindaco di Castrolibero, Aldo Figliuzzi, accusati (a vario titolo) di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio e corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso (ex articolo sette).

Questione di legittimità costituzionale sull’utilizzo delle intercettazioni

Prima della testimonianza di uno dei carabinieri che ha partecipato alle investigazioni, il pubblico ministero Pierpaolo Bruni ha posto una questione di legittimità costituzionale sulle intercettazioni telefoniche contenute nell’ordinanza di custodia cautelare. A tal riguardo, il magistrato di Crotone riteneva che vi fosse un vulnus giuridico, non potendosi acquisire quelle conversazioni che riguardano un altro procedimento della Dda di Catanzaro, dove alcuni soggetti vicini alla criminalità organizzata di Cosenza si proponevano di fare la campagna elettorale per Orlandino Greco.

Il ragionamento di Bruni partiva dal fatto che il legislatore non aveva previsto per alcune tipologie di reato, aggravate dal 416-bis.1, l’arresto in flagranza, così da determinare nelle fasi successive l’utilizzo di quelle captazioni ambientali o telefoniche. Il collegio giudicante, presieduto dal presidente Carmen Ciarcia (giudici a latere Francesca Familiari e Iole Vigna) hanno rigettato l’eccezione sollevata dalla pubblica accusa.

Castrolibero, cosche e politica a processo: la fase delle indagini

Il maresciallo sentito dall’accusa ha ripercorso le tappe della vicenda giudiziaria, relativamente all’acquisizione documentale di una parte di materiale probatorio utile alle indagini. Il procedimento penale in questione nasce, com’è emerso oggi, da un fascicolo inviato dalla procura di Cosenza alla Dda di Catanzaro, dove si configuravano minacce di stampo mafioso all’indirizzo dell’amministrazione comunale in carica di Castrolibero. Dalla campagna elettorale fatta dai pentiti Ernesto Foggetti e Adolfo Foggetti (condannati di recente con il rito abbreviato), per citarne alcuni, alla nascita della cooperativa comunale che, secondo l’accusa, sarebbe servita per ricambiare i favori alla cosca “Bruni-zingari”, la quale in quel periodo storico era tra le più attive e pericolose in provincia di Cosenza.

Nel controesame, invece, gli avvocati difensori (Enzo Belvedere, Pasquale Naccarato e Paolo Pisani), formulando le domande al teste di polizia giudiziaria, hanno tentato di far venire a galla la mancanza di riscontri al narrato dei collaboratori di giustizia. Il testimone, rispondendo ai quesiti posti dalle difese, ha spiegato come venivano acquisiti i dati che successivamente hanno formato l’ordinanza di custodia cautelare. L’udienza poi è stata rinviata al prossimo 17 marzo 2022 per sentire ulteriori testi della pubblica accusa.

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