Testa di Serpente, oltre 11 anni per Porcaro. Assolti Brancaleone e Colasuonno
Il gup di Catanzaro in abbreviato ha condannato il presunto esponente di vertice della cosca "Lanzino". Colpevole anche Celestino Abbruzzese
E’ stata emessa nella giornata di oggi la sentenza di primo grado relativa al processo “Testa di Serpente”, rito abbreviato, svoltosi davanti al tribunale distrettuale di Catanzaro. Riguarda l’inchiesta della Dda di Catanzaro contro due gruppi criminali: quello dei “Banana” e quello vicino a Roberto Porcaro, presunto esponente di vertice della cosca “Lanzino” di Cosenza.
Il giudice ha accolto parzialmente le richieste della pubblica accusa. Assolti il poliziotto Dario Brancaleone (difeso dall’avvocato Paolo Pisani) e Antonio Colasuonno (difeso dall’avvocato Chiara Penna). In precedenza il tribunale del Riesame di Catanzaro aveva escluso la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza nei riguardi di Brancaleone Condannato invece il collaboratore di giustizia, Celestino Abbruzzese, meglio conosciuto come “Claudio”.
Testa di Serpente, la sentenza di primo grado
- un anno, 5 mesi e 10 giorni di carcere il pentito Celestino Abbruzzese, detto “Claudio” (difeso dall’avvocato Simona Celebre)
- assolto perché il fatto non sussiste Dario Brancaleone (difeso dall’avvocato Paolo Pisani)
- assolto per non aver commesso il fatto Antonio Colasuonno (difeso dall’avvocato Chiara Penna)
- 7 anni e 2 mesi e 6mila euro di multa a Danilo Turboli con l’esclusione dell’aggravante mafiosa in relazione ai capi L e M, reati ascritti al capo N e O riqualificati in tentata estorsione (difeso dall’avvocato Antonio Quintieri).
- 11 anni, 8 mesi e 20 giorni e 10mila euro di a Roberto Porcaro (difeso dagli avvocati Gianluca Acciardi e Sergio Rotundo); assolto per il capo B perché il fatto non sussiste
- 7 anni e 4 mesi e 10mila euro di multa a Carlo Drago (difeso dagli avvocati Filippo Cinnante e Paolo Guadagnolo)
- 3 anni, 4 mesi e 20 giorni e mille euro di multa a Andrea d’Elia con l’esclusione dell’aggravante mafiosa (difeso dall’avvocato Cristian Bilotta)