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Occhiuzzi: «Cosenza, normale avere dubbi ma le sfide mi piace vincerle»

Le prime parole del nuovo allenatore del Cosenza: "Ho parlato con il Direttore. Dobbiamo lavorare sulla testa e riportare entusiasmo".

Occhiuzzi: «Cosenza, normale avere dubbi ma le sfide mi piace vincerle»

Il nuovo allenatore del Cosenza, Roberto Occhiuzzi, ha parlato nella sala stampa del “Marulla” insieme al direttore sportivo Roberto Goretti. Ecco le parole del tecnico:

“In questo mesi ho lavorato su me stesso”

“Guarascio? Io ho parlato con il direttore. Quando ti chiama il Cosenza ti viene dentro un qualcosa che va oltre alla rivalsa. Ci sta la perplessità della stampa e dei tifosi ma conoscete la mia storia e sapete che le sfide le ho sempre affrontate e mi piace vincerle. Capisco le dinamiche e – spiega Occhiuzzi – sono stato pronto a prendermi le responsabilità. Il silenzio di questi mesi è servito a dare spazio a chi doveva giudicare il mio lavoro. In questo periodo ho lavorato su me stesso, sul mio modo di fare. Oggi finalmente riesco a fare una conferenza stampa con voi davanti. In un anno e mezzo non mi era mai successo. Tante volte – continua Occhiuzzi – alcune mie risposte restavano un po’ troncate per la mancanza di un contraddittorio. Da parte mia, senza rancore, c’è tutta la voglia di rivalsa per quello che è successo l’anno scorso”.

Lavorare sulla testa

Oggi il primo pensiero è di lavorare sulla testa dei ragazzi. Sono consapevole che c’è un lavoro importante dietro e per questo va dato merito a chi mi ha preceduto. Compattezza ed equilibrio sono qualità che si vedono anche da fuori in questa squadra. Le mie idee a livello tattico la conoscete. Devo capire bene se affrontare la prossima partita con questo modulo o passare già al 3-4-3 o 3-4-1-2. Con lo staff – spiega Occhiuzzi – dobbiamo provare a rimettere in ordine alcune situazioni che oggi ho intravisto. E da domani deciderò anche il modulo”.

“L’entusiasmo arriva tramite i risultati”

“Mi piacerebbe far ritornare l’entusiasmo del San Vito – Marulla visto qualche mese fa. E’ stato bellissimo rivedere i tifosi spingere la squadra. Io non ho mai avuto nemmeno questa possibilità (per colpa del Covid, ndr). Vorrei far tornare l’ entusiasmo tramite i risultati. Ho ragazzi giovani. Entrare lì dentro gli spogliatoi per me è stato come trovarmi di fronte a qualcosa di nuovo. Voglio trasmettere entusiasmo che devi portare all’interno con i risultati. Il fuoco te lo danno questi”.

“Ho preferito metterci la faccia piuttosto che parlare”

“Un messaggio ai tifosi ed a chi mi accusa di non aver battuto i pugni sul tavolo l’anno scorso? Io – racconta Occhiuzzi – i pugni sul tavolo li ho battuti nelle dovute sedi e non in sala stampa. Sempre nel rispetto dei ruoli. Io sono un tifoso del Cosenza e capisco cosa ha dentro la gente. Potevo anche provare a dire qualcosa a mia difesa ma ho preferito soltanto metterci la faccia. Se oggi la gente è scettica nei miei confronti è libera di farla. Bisogna accettare tutto se si fa questo mestiere. Sia quando vinci e ti dicono bravo, che quando perdi e ti criticano. Vorrei farli ricredere e posso farlo solo con il lavoro e con le idee. Credo che le mie idee possano piacere molto a tanti calciatori”.

Palmiero al centro del gioco

“Palmiero – spiega Occhiuzzi – ha giocato a due in mezzo già lo scorso anno quindi cambia poco per lui. E’ un giocatore che deve stare al centro del gioco. Lo conosco umanamente. Gli si deve far esprimere anche quella grinta che ha dentro, perché ora è normale che ci sia delusione. E’ uno dei centrocampisti più importanti della Serie B. E’ un ragazzo di un’ intelligenza unica, bisogna solo lavorarci e trasmettergli entusiasmo. Il mio modo di lavorare è quello di tenere tutti i calciatori al centro del progetto. Difficilmente faccio una formazione tipo. Tutta la settimana li tengo in considerazione. Lasciamoli lavorare. Avranno l’opportunità di mettersi in mostra e – dice Occhiuzzi – poi si prenderanno le dovute decisioni su ognuno”.

Il discorso alla squadra

“Il discorso che ho fatto alla squadra è quello del coraggio. Quello di affrontare qualsiasi sfida, come provare a diventare calciatore quando si è bambini ad esempio e magari c’è scetticismo intorno. Coraggio attraverso il gioco e l’entusiasmo di affrontare le gare. A primo impatto trovi uno spogliatoio con la testa bassa e bisogna rialzarla. Si alza la testa tutti insieme, compreso me per primo, e si va in campo”.

“Non tutti mi hanno chiamato…”

“Dei calciatori rimasti dell’anno scorso non tutti si sono fatti sentire – racconta Occhiuzzi – ma io non porto rancore e non l’ho giudicato. Però diciamo che sono anche io che mi sono tenuto a distanza perché era giusto così visto che c’era un altro allenatore.  A me interessa il campo e basta. Staff tecnico? Gatto secondo, Pincente preparatore atletico, Fischetti preparatore dei portieri, Perri match analyst. Stiamo valutando – conclude Occhiuzzi – se far salire qualche figura dal settore giovanile”.

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