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Il pentito: «Consegnai 125mila euro all’avvocato Pittelli per aggiustare un processo»

Nicola Femia, trasferitosi prima della collaborazione a Santa Maria del Cedro, testimonia nel processo Rinascita Scott. Le risposte al pm Antonio De Bernardo ed il controesame degli avvocati Salvatore Staiano e Guido Contestabile, difensori dell’ex parlamentare

Il pentito: «Consegnai 125mila euro all’avvocato Pittelli per aggiustare un processo»

«Riservato» dei capi società Vincenzo Mazzaferro e Vincenzo Femia, prima di saltare il fosso. Custode di segreti inaccessibili anche a grandi capimafia, Nicola Femia è uno di quei pentiti che al maxiprocesso Rinascita Scott il pool di Nicola Gratteri inserisce in corsa nella sua lista testi. Classe ’61, originario di Marina di Gioiosa Jonica, feudo del clan al quale era di fatto aderente, le sue rivelazioni – inedite rispetto al narrato di altri pentiti – aggravano, nell’ottica accusatoria, la posizione dell’ex parlamentare di Forza Italia e illustre penalista calabrese Giancarlo Pittelli.

Nicola Femia, la carriera criminale

Incalzato dal pm Antonio De Bernardo, Femia spiega, in esordio di deposizione, la sua carriera criminale, iniziata nel 1976 durante la guerra tra i Mazzaferro e gli Aquino, per l’egemonia su Marina di Gioiosa. «Il mio primo omicidio lo commisi a quindici anni – racconta – e per questo delitto scontai solo un anno e mezzo. Fui assolto grazie ad alcuni testimoni compiacenti». (Continua a leggere l’articolo su Lacnews24.it)

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