Il M5S di Rende: «Petrusewicz stacchi la spina, non si carichi di un’onta mortificante»
Gli attivisti: «La città è allo sbando, nessuna visione del futuro rintracciabile, nessuna spinta al rinnovamento»
«Rende è ormai ostaggio di interdittive, commissioni d’accesso e condanne. E il non voler far terminare questa fallimentare esperienza amministrativa è accanimento contro questa città e i suoi cittadini. Che non meritano tanto e non ne possono più». Lo sostengono in una nota gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Rende.
«Siamo passati – dicono – dall’operazione della Dda di Catanzaro “Reset” a quella della Procura di Cosenza “Mala Arintha” fino al processo “Genesi”, dalle misure interdittive ai divieti di dimora, dagli arresti domiciliari alle sospensioni, passando per le dimissioni date e poi ritirate e la commissione d’accesso, che potrebbe portarci allo scioglimento per mafia. Cosa che non ci auguriamo.
Mentre auguriamo al sindaco della nostra città, ormai ex per la Legge Severino, di poter dimostrare la sua innocenza alla fine del terzo grado di giudizio, ma dal punto di vista politico quello che ha fatto e sta continuando a fare insieme alla sua maggioranza non è più tollerabile».
«Non possiamo fare a meno di condannare questa maggioranza sulla questione politica: la città è allo sbando, nessuna visione del futuro rintracciabile, nessuna spinta al rinnovamento. Dopo 10 anni di Manna, Rende continua a vivere in un limbo, in una fase di stallo. Il nostro vuole essere un appello accorato a Marta Petrusewicz, da ieri alla guida della macchina amministrativa – dicono gli attivisti del M5S di Rende -. Non si carichi dell’onta di mortificare ancora la città e i cittadini di Rende. Chiuda qui e subito questa esperienza fallimentare e umiliante».
I grillini voltano già pagina: «Noi ci siamo e siamo pronti a ripartire, insieme alle forze sane della città alle quali ci rivolgiamo per cercare di salvare la nostra comunità dal baratro in cui l’ha portata questa amministrazione».